I nomi sono quelli della vigilia. I direttori generali dei Dipartimenti nominati dalla Giunta regionale nella seduta di ieri, dopo un confronto durato ore, confermano le voci iniziali, ad eccezione dell’assessorato all’Agricoltura. Il Governo Bardi rinnova in toto la gestione, non confermando nessuno dei vecchi dg (ad eccezione di Alfonso Morvillo che, però, ottiene solo una proroga fino ad ottobre) e punta su esterni, scelti anche con la mediazione degli assessori e dei partiti politici della maggioranza. Scatenando le prese di posizione dei sindacati. Cinque i nuovi direttori generali. Al dipartimento infrastrutture, con l’assessore Pepe, ci sarà Antonio Altomonte, commercialista e revisore legale, dal 2018 al 2019 commissario straordinario dell’Eipli e amministratore e presidente di Cda in diverse aziende. Ad affiancare l’assessore Latronico al dipartimento Sanità ci sarà Domenico Tripaldi, già dg alla Sanità ed alla presidenza del Consiglio Regionale. Alle Attività Produttive e Formazione con l’assessore Cupparo, invece, ci sarà Antonio Bernardo economista ed esperto di finanziamenti europei, mentre all’Agricoltura con l’assessore Cicala il nuovo direttore generale è Vittorio Restaino, già dirigente regionale a tempo determinato ed esperto di consulenza aziendale e delle Pubbliche amministrazioni. Infine, ad affiancare l’assessore Mongiello al dipartimento Ambiente torna Michele Busciolano, già ufficiale della Guardia di Finanza e manager, oltre che attuale capo di gabinetto della Presidenza della Giunta regionale.
Incarico quest’ultimo che Busciolano manterrà fino a quando la Giunta non darà il via libera, in seconda lettura, proprio il nuovo Regolamento sull’Ordinamento amministrativo approvato dall’Esecutivo martedì scorso, così come gli altri direttori generali manterranno gli attuali assetti in attesa della nuova normativa. E tra le novità che sono introdotte mantenendo l’attuale numero delle direzioni, oltre alla ridenominazione di alcuni Assessorati, è la soppressione di due dipartimenti e la nascita di due nuove direzioni. In particolare, ad essere soppressa è la direzione generale delle risorse umane, organizzazione e affari generali e la direzione della Stazione unica appaltante che come ufficio passa sotto la direzione Salute e politiche della persona. Ad essere istituite, invece, sono le direzioni della Presidenza della Giunta e programmazione strategica e la direzione dell’Amministrazione digitale. In questo contesto, inoltre, ad essere svuotato degli atti di gestione è l’ufficio del capo di gabinetto che avrà, dunque, una funzione prettamente di raccordo politico-istituzionale. Insomma, un nuovo Ordinamento, un nuovo assetto e nuovi direttori generali. Atti che hanno provocato la reazione dei sindacati. A cominciare dalla Cgil funzione pubblica che attraverso la segretaria generale di Potenza, Giuliana Scarano, evidenzia “il mancato riconoscimento delle professionalità interne.
“Ancora una volta, pur avendo dato una veste di trasparenza attraverso la regolamentazione alla procedura di nomina dei direttori generali, la Giunta non ritiene vi sia un rapporto di fiduciarietà e non riconosce professionalità adeguate a nessuno dei dirigenti dipendenti dell’ente” commenta Scarano che annuncia anche la verifica della sussistenza dei “requisiti di legittimità, al di là della parvenza di trasparenza formale che si è inteso dare”. Il sindacato, poi, si sofferma anche sul nuovo Regolamento. “Si lima l’obbrobrio giuridico che si era disegnato con il filtro degli uffici di diretta collaborazione del presidente – continua la segretaria della Cgil - Elemento che avevamo contestato in quanto foriero di una inammissibile commistione tra funzioni politiche e amministrative. Ma il rischio è un analogo accentramento, a disegno compiuto, in capo alla direzione generale della presidenza della giunta. L’avvocatura continua a fare capo alla presidenza come ufficio speciale mentre la Suarb viene incardinata nella direzione generale per la salute, circostanza su cui nutriamo legittime perplessità vista l’indipendenza che dovrebbe essere”. Insomma, una serie di problematiche che per la Cgil richiedono approfondimenti. Di qui, l’annuncio della presentazione della richiesta di audizione in Prima Commissione consiliare prima che l’organismo emetta il suo parere, non vincolante, sul Regolamento.