POTENZA - Raccolti dimezzati, prezzi schizzati, incertezza dei mercati. Non è stato un anno facile per gli agricoltori lucani il 2023. Piuttosto potrebbe essere considerato un «annus horribilis». Un periodo complicato che rende ancor più urgenti una serie di misure per provare ad invertire la rotta.
È la stessa sezione lucana della Confederazione degli agricoltori ad evidenziare lo scenario complicato che ha fatto da sfondo agli ultimi dodici mesi. «Quello appena concluso non è stato certo un anno facile per l’agricoltura lucana» spiega la Confederazione, indicando «gli eventi estremi» come parte della causa. Eventi che hanno provocato il dimezzamento dei raccolti. Con tutto quello che questo significa. Un problema serio che si è intrecciato con altre difficoltà importanti - come l’altalenarsi dei costi delle materie prime, dei trasporti, dell’energia e le incertezze dei mercati - che hanno così reso la situazione particolarmente difficile. Una condizione complessa che richiede interventi ed anche in tempi brevi. Come il Piano nazionale per l’agricoltura.
«Rilanciamo le cinque mosse da cui parte il Piano nazionale per l’agricoltura e l’alimentazione ossia accrescere peso economico e forza negoziale dell’agricoltura; incentivare il ruolo e il presidio ambientale del settore; mettere l’agricoltura al centro dei processi di sviluppo delle aree interne; salvaguardare i servizi e le attività sociali vitali per i territori rurali; consolidare la crescita dell’export agroalimentare del Made in Italy» sottolinea la sezione lucana della Confederazione. Aggiungendo, poi, che «per contrastare l’abbandono e il depauperamento dei territori marginali serve una programmazione organica, con obiettivi definiti e monitoraggio costante, per le infrastrutture sia fisiche sia digitali».
«Va anche riorganizzato il sistema della governance agricola territoriale, partendo dai Gal, i Consorzi e le Camere di commercio - spiega la Cia di Basilicata - Inoltre, è indispensabile favorire l’abitabilità nelle aree interne, con interventi di fiscalità agevolata, accesso al credito e liquidità per fare impresa nel settore primario. Bisogna, quindi, definire una legge quadro per valorizzare e incentivare la dimensione familiare dell’attività agricola nelle zone rurali e finalizzare una normativa nazionale per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile e femminile». Passaggi importanti a cui sommare «strumenti più flessibili e moderni per fare incontrare domanda e offerta di lavoro, oltre a una revisione della legge quadro sull'agricoltura sociale per il completo riallineamento tra le Regioni»