MATERA - Per i gourmet, è sicuramente il re. C’è da crederci, con il nome altisonante che ha oltre al suo gusto. È sua maestà The king oyster mushroom Pleurotus eryngii, più noto e popolare, però, col nome di fungo cardoncello. Sì proprio quella eccellenza dell’area dell’Alta Murgia, dove i territori barese e materano si fondono e si confondono. È un vero monarca delle tavole, apprezzato nei tantissimi modi che l’estro culinario può offrire. Un sovrano fungino, insomma, e simbolo anche della biodiversità del nostro territorio, che più viene conosciuto e più se ne conoscono le sue proprietà non solo legate al palato. Un percorso che si sta portando avanti con la Filiera Pvf del Fungo Cardoncello Circolare (progetto che vede capofila la società Gruppo Ife Srl) che sta sostenendo un tessuto partecipativo ed interconnesso proprio per dare valore al fungo cardoncello. E ciò per garantire ai piccoli produttori locali, l’accesso a mercati nazionali ed esteri, con la commercializzazione di prodotti freschi e trasformati. Tutto questo si chiama Cardungì, un progetto ma soprattutto un marchio unico che unisce produttori di funghi e substrati infungati, specialisti nella lavorazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agroalimentari. Tutto ciò, per generare un circolo virtuoso e l’aumento di produttività e competitività delle aziende del settore.
«L’idea è nata una decina di anni fa sull’onda delle richieste sempre più consistenti di prodotto. Da qui la esigenza di metterci insieme come imprenditori del settore così che tutti avessimo degli obiettivi comuni», spiega Alessio Dipalma, dinamico e giovane presidente della Società Gruppo Ife, capofila del progetto “Carduncì”. Che aggiunge: «Il progetto ha trovato poi un finanziamento nel Psr Regione Basilicata 2014-2020, nell’ambito della Misura 16 “Cooperazione” – Sottomisura 16.0 “Valorizzazione delle Filiere Agroalimentari” e si è partiti. La pandemia ci ha un po’ rallentati, ma siamo riusciti a realizzare l’impianto che a Matera, nell’area industriale di La Martella, lavorerà come piattaforma logistica per la raccolta e le successive lavorazioni dei cardoncelli per gli usi più disparati».
L’impianto sarà inaugurato oggi con una visita alla piattaforma logistica e, a seguire, un incontro.
«Qui il lavoro si andrà sviluppando via via nei prossimi mesi – riprende Dipalma –. Dalla piattaforma il prodotto finito raggiungerà i vari mercati e la grande distribuzione non solo in Italia. Al momento fanno parte del progetto di filiera una decina di aziende, per lo più produttori, che sono quelle che hanno beneficiato del finanziamento e, così, hanno potenziato le loro aziende e reso più moderne e funzionali in modo anche da destagionalizzare la raccolta del prodotto, che di norma è legata al periodo autunnale».
Sotto il marchio Candongì, ovviamente, di imprenditori «se ne aggiungeranno altri, che ci hanno già espresso la volontà far parte della filiera così da non accedere ai mercati non più in maniera disordinata così come è stato fatto finora».
La struttura della piattaforma logistica, che sorge nella 1ª Traversa Enzo Ferrari, snc, nella zona industriale di La Martella, sorge alle spalle della società agricola del Gruppo Ife Srl. Qui si producono da diversi anni i substrati preincubati per coltivare i cardoncelli. Il processo parte tutto da qui, da questi prodotti.
«La struttura logistica sorge alle spalle di quell’altra nella quale avviene da anni la produzione del substrato, cioè la materia prima che si utilizza per produrre i funghi – spiega Alessio Dipalma –. Dal primo passo fino alla coltivazione e produzione e trasformazione, sotto il marchio Cardungì saremo perciò in grado di produrre sia la materia prima, come abbiamo sempre fatto da 40 anni, sia di ritirare il prodotto e confezionarlo, dal quello fresco alle altre diverse preparazioni richieste, così che poi venga distribuito in modo organizzato».