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Stellantis, il giorno della verità

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

Stellantis, il giorno della verità

In Basilicata a rischio 11mila posti di lavoro tra fabbrica e indotto

Martedì 14 Febbraio 2023, 12:26

POTENZA - «In Basilicata a rischio 11mila posti di lavoro, tra Stellantis e indotto. Si porti la vertenza ai tavoli nazionali e la Regione Basilicata chieda un incontro alla multinazionale prima che sia troppo tardi». A poche ore dall’apertura del tavolo convocato dal ministro per per imprese ed il Made in Italy, Adolfo Urso, con i vertici di Stellantis ed i sindacati è la Cgil lucana a dare, nuovamente, la dimensione numerica di quanto la fabbrica automobilistica di San Nicola di Melfi ed il suo indotto pesino per l’economia lucana. Undicimila posti di lavoro a rischio: è questa la dimensione che la crisi di Stellantis potrebbe avere sulle famiglie lucane. Un numero imponente che potrebbe avere ripercussioni sull’intero tessuto produttivo e sociale della terra lucana. Per questo oggi tutti gli occhi saranno puntati su Roma. Su quel tavolo richiesto, atteso e visto come una occasione per chiarire lo scenario e provare a trovare soluzioni.

Non tutti i sindacati, però, saranno seduti di fronte al ministro. La Fiom Cgil non ci sarà. Il sindacato di Landini ha scelto di convocare un’assemblea pubblica con la partecipazione delle delegate e dei delegati di tutta Italia sotto il Ministero. Un’assemblea nata per ribadire che «l’uso massiccio di ammortizzatori sociali con perdita di salario e in alcuni casi una distribuzione non equa delle giornate lavorative insieme alle continue fermate produttive non solo vede peggiorare la condizione dei lavoratori e delle lavoratrici ma getta un’ombra su quelli che sono gli investimenti annunciati». Investimenti che per la fabbrica di San Nicola di Melfi riguardano «la produzione di 4 nuovi modelli completamente elettrificati ognuno appartenente a un brand diverso e di un’area di assemblaggio delle batterie elettriche». Programmi importanti, dunque, su cui i sindacati chiedono certezze. Come per l’indotto alle prese con la crisi imposta dal taglio delle commesse e dall’incertezza sui nuovi ordini. Una condizione che ha già portato ad un aumento della cassa integrazione e che potrebbe condurre ad una rapida riduzione degli ammortizzatori a disposizione.

«Stiamo vivendo una delle fasi più critiche per il nostro Paese, per il Mezzogiorno e per la Basilicata - commentano i segretari generali della Cgil Basilicata e della Cgil di Potenza, Fernando Mega e Vincenzo Esposito e la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita - Siamo davanti ad una trasformazione epocale in termini energetici e tecnologici che va traghettata e governata, non subita. Servono, dunque, sì un impegno concreto e garanzie da parte di Stellantis ma anche un protagonismo della Regione Basilicata a salvaguardia dell’intero settore automotive lucano, da sempre traino dell’economia del territorio».

Un richiamo, quello alla Regione che la Cgil ma anche Cisl e Uil, sollecitando da tempo.

«Chiediamo che la Regione porti la discussione sullo stabilimento di Melfi ai tavoli nazionali avviando una fase interlocutoria direttamente con i vertici della multinazionale prima che sia troppo tardi - continuano ancora gli esponenti della Cgil - È necessario che Stellantis utilizzi tutta la capacità produttiva installata e garantisca investimenti per la transizione industriale e per il rilancio dell’occupazione, ma allo stesso tempo serve un grande piano per la produzione di mobilità di cui la Basilicata deve essere protagonista e senza il quale rischiamo di perdere un settore fondamentale per l’economia».

Insomma, per Cgil, Cisl e Uil serve l’impegno del governo nazionale ma anche l’attenzione di quello regionale. Regione che, ad esempio, proprio recentemente ha finanziato con un milione e 200 mila euro un progetto per l’efficientamento energetico dello stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi. Un primo passo a cui se ne potrebbero aggiungere altri, ad esempio, sul fronte dell’indotto per la riconversione delle aziende esistenti.

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