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Bari, omicidio dopo lite su Fb
«Ho sparato per difendermi»

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

omicidio a catino

foto Luca Turi

Antonio Ripoli ha sostenuto di aver sparato per difendersi: tutto è iniziato per un litigio tra donne sul social network

Lunedì 19 Marzo 2018, 19:04

Ha sostenuto di aver sparato per legittima difesa, per difendere se stesso, la moglie e la suocera, il 32enne Antonio Ripoli, in carcere per l’omicidio del 43enne Antonio Scaglioso, ucciso lo scorso 12 marzo sotto la sua abitazione nel quartiere Catino di Bari. Ripoli, difeso dall’avvocato Giancarlo Chiariello, lo ha dichiarato nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo dinanzi al gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna. Il gip ha convalidato il fermo per i reati di omicidio aggravato dal metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco.
Stando alla sua ricostruzione dei fatti, il litigio era iniziato giorni prima su Facebook tra alcune donne della famiglia. Le due sorelle Angela e Pasqua Mari (rispettivamente moglie della vittima e suocera dell’assassino) si erano già affrontate la sera prima e quel pomeriggio erano arrivate allo scontro fisico. Pasqua era stata picchiata con un bastone da Angela mentre il marito di questa, Scaglioso - sempre secondo Ripoli -, aveva iniziato a minacciare con una pistola la suocera e la moglie di Ripoli sparando alcuni colpi di pistola. Da qui la reazione del 32enne, intervenuto per difendere le donne, che ha risposto al fuoco uccidendo il 'rivalè.

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