Il Tribunale di Bari (giudice Francesco Salerno) ha assolto N.S., agente della Polizia di Stato originario di Bari e attualmente in servizio a Taranto, dall’accusa di atti persecutori, perché il fatto non sussiste. L’imputato era difeso dall’avvocato Antonio La Scala.
Il procedimento traeva origine da fatti di circa tre anni fa. Secondo l’accusa, l’agente (che all’epoca dei fatti era in servizio a Torino), durante periodi di licenza a Bari avrebbe posto in essere condotte persecutorie nei confronti della cognata della sua ex moglie, attraverso presunte minacce e molestie reiterate che avrebbero determinato nella persona offesa uno stato di ansia e di paura, nonché un timore per la propria incolumità e quella dei familiari. Per questo la Procura ne aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione.
Le contestazioni si inserivano in un contesto di precedenti contrasti tra le parti, già sfociati in denunce. L’accusa contestava anche una presunta aggressione ai danni del marito della persona offesa. L’imputato era accusato di appostarsi nei pressi dell’abitazione della donna, camminando avanti e indietro, parlando al telefono e osservando il portone e le autovetture della vittima e dei suoi familiari.
Il Tribunale ha però ritenuto che le accuse non fossero supportate da elementi probatori sufficienti, pronunciando l’assoluzione con formula piena.
La conclusione del procedimento pone fine a una vicenda giudiziaria durata tre anni, che ha avuto ripercussioni anche sulla posizione professionale dell’agente, impedendogli di rientrare in servizio nella sua città di origine.















