Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 16:42

«Ti farò piangere»: a Bari 22enne finisce alla sbarra per stalking e violenza contro una 19enne

«Ti farò piangere»: a Bari 22enne finisce alla sbarra per stalking e violenza contro una 19enne

 
isabella maselli

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isabella maselli

«Mi hai tradito, ti farò piangere»: a Bari 22enne finisce alla sbarra per stalking e violenza contro una 19enne

Il giovane avrebbe prima preso a calci e pugni la ragazza per un presunto tradimento, poi l'avrebbe vessata con appostamenti e telefonate anonime (con spari di sottofondo)

Mercoledì 20 Agosto 2025, 10:00

10:03

Prima l’avrebbe picchiata accusandola di averlo tradito e poi, non accettando la fine della loro relazione, avrebbe iniziato a perseguitarla e minacciarla, aggredendo anche quello che credeva il nuovo fidanzato di lei. Protagonista un 22enne barese, finito in carcere e ora a processo con le accuse di stalking, lesioni e rapina. La vicenda risale allo scorso mese di maggio, consumata nel giro di pochi giorni fino alla denuncia della vittima 19enne e all’arresto dell’ex violento. Il pm Marcello Quercia della Procura di Bari, dopo aver ottenuto la carcerazione del giovane (che all’epoca dei fatti era già ai domiciliari da qualche mese per droga) ne ha chiesto il giudizio immediato. La prima udienza è fissata a ottobre.

Il primo episodio contestato risale al 20 maggio. La ragazza era andata a casa di lui, che all’epoca era agli arresti domiciliari, per un chiarimento sulla loro relazione in crisi. Il 22enne, però, dopo aver aperto la porta, l’avrebbe colpita «ferocemente» con uno schiaffo alla guancia, senza darle una spiegazione, spingendola poi violentemente fino a farla cadere e mentre lei era a terra l’avrebbe colpita ancora, «con veemenza» si legge negli atti, sferrando calci alle gambe e urlando contro di lei accusandola di un ipotetico tradimento. Lo stesso giorno avrebbe aggredito con calci, pugni e con un mattarello di legno, soprattutto alla testa, un 20enne che sosteneva avere una relazione con la sua fidanzata, impossessandosi anche del suo telefono. Per questi comportamenti l’imputato risponde di lesioni ai danni di due persone e della rapina del telefonino.

Dal giorno dopo il ragazzo avrebbe iniziato a perseguitare la ex, che la sera prima, dopo essere stata aggredita, aveva bloccato il numero di telefono del 22enne. E così, la mattina seguente, avrebbe iniziato a chiamarla da un’altra utenza, per ben otto volte, pregandola di non denunciarlo perché altrimenti si sarebbe tolto la vita. Nello stesso giorno, nel primo pomeriggio, lui si sarebbe presentato sotto casa della giovane citofonando più volte, senza ricevere risposta, restando in attesa di vederla e andando via solo quando la madre della ragazza, affacciandosi dal balcone, lo aveva minacciato di chiamare le forze dell’ordine. Qualche ora dopo l’avrebbe contattava nuovamente, questa volta su Instagram, minacciando ancora di togliersi la vita. Il giorno dopo, in piena notte, l’avrebbe contattata nuovamente sui social pregandola di tornare insieme e, a distanza di qualche ora, all’alba, le avrebbe scritto di essersi appostato sotto casa chiedendole di uscire. Era rimasto lì fino a quando una pattuglia dei carabinieri lo aveva portato via. La sera avrebbe chiamato la ragazza altre tre volte da un numero anonimo e, di nuovo, la mattina dopo, tra le 8.30 e le dieci: altre dieci telefonate da numeri diversi, le ultime cinque a distanza di un minuto una dall’altra. In alcune anonime lei rispondeva e lui restava in silenzio, poi ancora sui social minacciandola, per aver capito che lei si era rivolta alle forze dell’ordine.

Su Instagram qualche ora dopo era comparso un post del ragazzo, indirizzato evidentemente alla ex: «Pensavi di avermi distrutto. Si, è vero, mi hai colpito a tradimento. Ma ti svelo un segreto: il film non è ancora finito, quindi accomodati e guarda il finale che ti farà piangere, buona visione». La sera del 25 maggio ancora telefonate anonime in cui una voce metallica pronunciava il nome della ragazza e poi si sentivano rumori di spari, mentre in alcune telefonate una voce di computer la minacciava: «Deve succedere la guerra, non ti faremo più scendere da casa tua». Questi comportamenti avevano causato alla ragazza uno stato di continua paura, tanto che aveva timore ogni volta che usciva da casa, arrivando a farsi accompagnare a scuola della mamma.

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