BARI - Un vero e proprio giardino sul mare a forte vocazione naturalistica. Zero volumetrie per cedere il passo a spazi per balneazione, tempo libero e relax. Si avvia verso la cantierizzazione uno degli ultimi lotti del Parco di Costa Sud, l’opera di rigenerazione urbana finanziata con 86 milioni di euro dal Pnrr. Si è infatti conclusa positivamente la conferenza di servizi di Torre Carnosa, il lotto 3 che al pari del lotto 1 (quello di Punta Perotti) si presentava abbastanza complesso per la presenza di vecchie lottizzazioni.
Non a caso questi due lotti saranno gli ultimi ad avviare i cantieri rispetto agli altri quattro lotti che compongono il futuro parco. Il lotto 3 si sviluppa tra la ferrovia e la strada carrabile e si presenta come uno spazio prevalentemente rurale, caratterizzato dalla presenza di orti costieri in abbandono, incolti o in stato di incuria e da immobili in condizioni di degrado.
Spazi ciclopedonali e nuova viabilità Il progetto prevede di mantenere la viabilità carrabile nel suo sedime nel settore orientale e di arretrarla allontanandola dalla costa nel settore occidentale. Previsto inoltre l’inserimento di corsie ciclabili nel settore est, sul sedime carrabile esistente, e l’allontanamento del percorso carrabile dalla costa nella parte occidentale del lotto, risolvendo i rapporti spaziali con le proprietà private presenti e in via di ristrutturazione. Nel settore ovest il percorso ciclabile sarà mantenuto lungo costa, dove la vecchia carrabile farà spazio ad una ampia passeggiata sul lungomare.
La soluzione adottata permetterà quindi di rendere l’asse viario completamente ciclopedonale e aperto solo ai mezzi di soccorso e ai frontisti. Lungo il percorso pedonale del lungomare saranno realizzati aree attrezzate per il relax, gli spettacoli, lo sport e il gioco, percorsi di attraversamento della macchia mediterranea e della pineta, piazzette con chioschi ristoro e servizi igienici e una serie di solarium con accessi al mare. Prevista in parallelo una pista per il running, il pattinaggio con rollerblade, tricicli e bici dei bambini.
Le prescrizioni Diverse quelle apportate soprattutto da Soprintendenza e uffici comunali durante la conferenza di servizi conclusasi a febbraio scorso. L’organo periferico del ministero della Cultura ha chiesto di preservare beni e costruzioni rurali diffuse come vasche cisterne, muretti a secco e di effettuare scavi e interventi molto accurati e con attrezzature specifiche per tutelare l’eventuale rinvenimento di resti archeologici.
Piattaforme e solarium dovranno essere di modeste dimensioni, appoggiate e da realizzare con dogato di legno zavorrato collocate in modo tale da preservare le visuali e la percezione della linea di costa. Chioschi e punti ristoro dovranno essere strutture temporanee e facilmente amovibili lontano da costa e i relativi infissi e gli eventuali sistemi di oscuramento e antintrusione dei vani finestra-portafinestra dovranno, come chiesto dagli uffici comunali, essere di colore bianco.
Prescrizioni previste anche per gli arredi dei punti ristoro: di colore bianco, di disegno essenziale (evitando tipologie complesse quali poltrone, divani che interferiscono con le libere visuali verso il mare) e realizzati con materiali ecocompatibili. Per il verde e le nuove piantumazioni dovrà essere rispettato il parametro delle 1.600 piante ad ettaro e sulle essenze indicate occorrerà la verifica sulle norme del contenimento della Xylella Fastidiosa.
Il valore urbanistico «Quando finalmente i binari ferroviari lasceranno il posto a una nuova viabilità, il percorso previsto diventerà finalmente una passeggiata totalmente pedonale che si innesta nella prima pineta sul mare della città», commenta il sindaco Vito Leccese. «Non è stato facile raggiungere questo risultato – sottolinea - considerando che il piano urbanistico esecutivo di Costa Sud riconfigura totalmente quest’area dandole una funzione di parco pubblico, riducendo così l’iniziale carico urbanistico e insediativo. Con questo lotto eliminiamo capacità edificatorie, previste dal previgente strumento urbanistico, per circa 500mila metri cubi, e che si ipotizza di collocare altrove».
Ora il progetto andrà in giunta, poi si potrà procedere con le indennità di esproprio tenendo conto che i proprietari di alcune aree si sono già resi disponibili a cessioni volontarie con il trasferimento delle cubature ridotte di oltre il 50 per cento.