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In giro durante la malattia, carabiniere assolto: «Colpa dello stress post Covid»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

In giro durante la malattia, carabiniere assolto: «Colpa dello stress post Covid»

A Bari archiviata l’indagine per simulazione di infermità

Mercoledì 08 Maggio 2024, 10:59

BARI - Non ci sono elementi per ritenere che un carabiniere 45enne di origini napoletano e in servizio in provincia di Bari abbia simulato una sindrome da stress post Covid. Per questo il Tribunale militare di Napoli ha disposto l’archiviazione del procedimento per «simulazione di infermità aggravata» a carico dell’appuntato.

La vicenda risale al 2020, periodo di piena pandemia, prima che iniziassero le somministrazioni dei vaccini. Il carabiniere, al termine di un periodo di isolamento fiduciario per positività al Covid, aveva trasmesso ulteriore documentazione medica per tre settimane: dal primo al 21 dicembre 2020 sarebbe rimasto in malattia per «sindrome da stress post Covid». In due occasioni, durante i giorni di degenza, è stato documentato che il militare non era a casa: il 20 dicembre non era al proprio domicilio quando una pattuglia andò a casa sua per recapitargli un pacco dono natalizio pervenuto in caserma a suo nome e qualche giorno prima, l’8 dicembre, sarebbe andato in un frantoio per prendere alcune latte di olio. Di qui l’accusa di simulazione di infermità.

Secondo l’accusa dalle immagini del circuito di videosorveglianza interno all’impresa agricola e dalla geolocalizzazione delle celle agganciate dal cellulare del militare, si evinceva che in effetti il militare, difeso dall’avvocato Antonio Maria La Scala, fosse presso il frantoio e si muoveva senza apparenti difficoltà fisiche.

La stessa Procura militare, poi, ha chiesto l’archiviazione e il gip ha condiviso le valutazioni del pm, ritenendo che il carabiniere si era allontanato da casa negli ultimi giorni di riposo medico, circostanza che fa ritenere ragionevole che la patologia fosse in via di miglioramento, tanto è vero che scaduti i giorni il militare otteneva l’idoneità al servizio.

Inoltre non è emersa alcuna evidenza scientifica che faccia ritenere incompatibile la «sindrome da stress post Covid» con l’utilizzo dell’autovettura per acquisti o rifornimenti alimentari; né, del resto, tale patologia richiede una ininterrotta e stabile permanenza al domicilio. Il fatto non sussiste. Caso chiuso.

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