BARI-COSENZA 0-0
BARI (4-3-3): Brenno; Dorval, Di Cesare 6 (1’ st Zuzek), Vicari, Ricci; Maita (31’ st Bellomo), Benali, Edjouma (38’ st Acampora); Achik 5(31’ st Aramu), Nasti (38’ st Menez), Sibilli. In panchina: Pissardo, Matino, Faggi, Pucino, Ahmetaj, Morachioli, Frabotta. Allenatore: Marino.
COSENZA (3-5-2): Micai 6.5; Meroni 6, Venturi 6, Fontanarosa 6 (29’ st Sgarbi sv); Rispoli 6 (12’ st Cimino 6), Zuccon 6 (11’ st Calò 6), Praszelik 5, Florenzi 5.5 (1’ st Voca 6), Martino 6; Mazzocchi 6.5, Tutino 5.5 (38’ st Crespi sv). In panchina: Marson, Forte, D’Orazio, Arioli, Zilli, Viviani, La Vardera. Allenatore: Caserta 6.
ARBITRO: Gualtieri di Asti 6.
NOTE: pomeriggio mite, terreno in ottime condizioni. Spettatori: 17.646, di cui 1.290 ospiti. Espulso al 46’ st Praszelik per doppia ammonizione. Ammoniti: Di Cesare, Ricci, Praszelik, Benali, Florenzi, Nasti, Cimino. Angoli: 7-7. Recupero: 2’; 3’.
BARI - Qualche altro spiffero di vitalità, come a La Spezia. Ma, nel complesso, la sensazione di una squadra abbastanza impalpabile. Ancora troppo poco pericolosa per poter ambire a una reale svolta tecnica che, un po’ tutti, aspettano dal giorno del sorprendente esonero di Mignani. Un discreto primo tempo non è sufficiente a valutare come iniquo il pareggio contro il Cosenza. Calabresi ben messo in campo, quasi mai in affanno e, alla lunga, anche capaci di creare qualche situazione offensiva. Di fronte a un Bari che continua a balbettare dalla trequarti in su. Non certo una novità.
Marino sperava che il ritorno di Sibilli potesse contribuire a riaccendere la luce. E invece l’ex Pisa è incappato in una giornata grigia. Poco coinvolto ma anche pochissimo ispirato. Al pari di Achik, decisamente insufficiente in fase di finalizzazione nonostante il gran movimento. Pomeriggio complicato, evidentemente, anche per Nasti. Dura la vita da centravanti in un Bari che continua a perdersi sul più bello. Lui, il grande ex di turno, s’è dovuto accontentare di un assist per il ragazzo arrivato da Cerignola, disastroso al momento del tiro.
Dicevamo del risultato. Giusto soprattutto per quello che s’è visto nella seconda parte di gara. Con il Cosenza decisamente più vivo. E capace di muovere la palla con ordine. Certo, il Bari è rimasto incagliato nel solito calo di intensità. Squadra più piatta, meno efficace nelle pressioni e ancora più «morbida» nell’interpretazione della fase offensiva. C’è scappato anche qualche pericolo dalle parti di Brenno, anche se nulla che possa essere accostato alla chance gettata alle ortiche da Achik nel primo tempo (e anche al palo di Benali, altra prova di sostanza, con un gran tiro dalla distanza). Uno di quegli episodi in grado di cambiare il corso della partita.
Altra chance dal 1’ per Edjouma, dopo la fallimentare esibizione contro il Catanzaro nella gestione Mignani. Che dire? Il francese ha regalato qualche momento di vivacità ma anche alcuni errori da matita blù. Ci vorranno altre occasioni per pesarne la reale capacità di incidere nel cuore della manovra biancorossa. Qualcosina s’è visto, va detto.
La classifica, intanto, resta abbastanza fluida. La sconfitta del Modena consente al Bari di ridurre a cinque punti il distacco dalla zona playoff. Ugualmente cinque quelli che separano i pugliesi dalla quint’ultima piazza, occupata dalla Ternana. Può accedere di tutto, vero. Ma, allo stato attuale, il Bari farebbe bene a preoccuparsi di risolvere l’ormai cronica sterilità offensiva più che a lasciarsi andare a improbabili tabelle per tornare a respirare l’aria della classifica che conta. Il realismo e l’umiltà, prima di tutto. Ora la Sampdoria, nel giorno di Santo Stefano. Poi a capofitto sul mercato. Da «aggredire», così ha sentenziato De Laurentiis. Il tempo racconterà tutta la verità.