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Bari, l’oro verde va a ruba: «Scorte giù dell’82%»

 
g. flavio campanella

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g. flavio campanella

Bari, l’oro verde va a ruba: «Scorte giù dell’82%»

Domanda enorme: il prezzo dell’olio supera 10 euro al litro

Giovedì 07 Dicembre 2023, 13:31

BARI - Se sarete fortunati, pagherete 10 euro al litro: è il prezzo dell’olio che un piccolo produttore di Bitonto o di Bitetto oppure di Corato potrebbe stabilire per vendervi l’extravergine estratto quest’anno nei frantoi. Quel costo (ricordatevelo) sarebbe assolutamente concorrenziale (quasi di favore), non solo perché potrebbero altrimenti chiedervi 11-12 euro e più (solo perché siamo tra di noi; c’è chi sta già mandando lattine da 5 litri a Milano a non meno di 75 euro…), ma anche perché al supermercato già da settimane una bottiglia da litro di un prodotto barese supera i 9 euro al litro.

AUMENTO - Coldiretti calcola che l’olio extravergine di oliva sui banchi di vendita sia aumentato del 49,3% in un anno, nonostante la provincia di Bari stia registrando in queste settimane una raccolta olivicola straordinaria, con un aumento addirittura del 78% rispetto allo scorso anno (si consideri che da noi si producono mediamente 2 milioni di quintali di olive su una superficie di quasi 100mila ettari di terreno). Il fatto è che, se si allarga la prospettiva, di prodotto altrove non ce n’è a causa della disastrosa campagna di quest’anno non soltanto in Italia (più a nord della Puglia piangono), ma in tutto il sud dell’Europa.

RIDUZIONE - L’effetto è che, finendo nel vortice delle fluttuazioni delle produzioni estere, nel Barese il quantitativo di Evo stoccato è sceso dell’82%, anche a causa delle speculazioni del mercato. «Sulla base dell’analisi dei quantitativi di olio sfuso detenuto nei magazzini - afferma Mirko Raguso, presidente di Coldiretti Bari -. la riduzione è stata in Puglia di oltre 15mila tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (di solito le scorte sono invece consistenti - n.d.r.). La realtà è che il nostro olio è andato a ruba. Pesano i risultati della scarsa raccolta all’estero, in particolare nella penisola iberica, che è il primo produttore ed esportatore mondiale, in una situazione in cui peraltro sono straniere tre bottiglie su quattro consumate in Italia».

CONSUMO - La diminuzione complessiva dell’offerta fa ovviamente crescere i prezzi, anche a causa dell'aumento dei costi di produzione (che erodono i ricavi delle imprese, impegnate quanto più è possibile a restringere i guadagni per contenere l’impatto sui consumatori). L’Italia è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondo elaborazioni di Coldiretti e Unaprol sugli ultimi dati dell’IOC (International oil council). «Storicamente nella provincia di Bari - approfondisce Raguso - nove famiglie su dieci consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni, con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative anche per abbinare l’Evo giusto in cucina a seconda delle pietanze. Per questo, nonostante i rincari, il 75% dei consumatori si dichiara propenso all’acquisto se si tratta di prodotto made in Italy e la maggioranza assoluta dichiara che al momento di acquistare un olio extravergine d’oliva non bada al prezzo per avere la massima qualità. In media, i consumatori usano 8 chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende 117 euro all’anno. L’olio di oliva è l’alimento più popolare sulle tavole nazionali, addirittura più del pane e della pasta. Si pensi che è stato utilizzato da oltre il 97% dei consumatori nell’ultimo anno».

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