BARI - «BariCode è un invito a rendersi conto della «ricchezza scientifica che ha Bari». Cinzia Giannini, presidente dell’area di ricerca di Bari del Cnr, presenta l’edizione zero del festival scientifico che s’inaugura oggi alle 17 al Teatro Piccinni puntando sul valore della divulgazione. Non solo racconto dei prestigiosi risultati di laboratorio ma del piacere della conoscenza, con l’ambizione di mostrare il lavoro di centinaia di talentuosi ricercatori e di mettere in luce il codice a barre («bar code») identificativo, l’identità di una città che ha una concentrazione unica di enti, istituti culturali, atenei, centri di ricerca, come poche altre in Italia.
Cosa ha spinto il Cnr a «regalare» un Festival scientifico a Bari?
«La leva nasce con il centenario del Cnr e la volontà di organizzare feste in tutt’Italia. L’area della ricerca di Bari ha scelto di narrare lo studio che si fa sugli alberi, perché abbiamo tutte le competenze scientifiche e perché la Puglia è una terra di alberi importanti, a partire dagli ulivi. Mancandoci la componente umanistica, ho chiesto al rettore Bronzini il contributo di storici, filosofi, psicologi, ma abbiamo subito pensato di superare il binomio Cnr-Uniba per coinvolgere tutti gli enti di ricerca e alta formazione del territorio. Abbiamo raccolto l’eredità delle relazioni costruite con la Notte Europea dei Ricercatori e i progetti del Pnrr e sviluppato tutti insieme l’idea di creare un festival scientifico a Bari, come già hanno Genova o Napoli».
Trait d’union degli eventi che animeranno Bari fino a venerdì è l’albero, simbolo della vita.
«All’inaugurazione presenterò il quadro “Radici” di Francesco Dabbicco. Non solo è bellissima l’opera, ma è molto significativo il commento del giovane artista barese: le radici sono invisibili, sotterranee, creano reti, devono trovare il modo di stare insieme a ciò che incontrano nella terra, fanno un lungo lavoro silenzioso prima che l’albero nasca. È un po’ il simbolo di quello che fa la ricerca e di questo festival scientifico che covava da tempo, che «metteva radici» e ora mostra i germogli.
BariCode mette insieme scienza, musica e arte. Insolito ma strategico.
«Includere Conservatorio Piccinni e Accademia di Belle Arti, con tutti gli altri player della ricerca ovvero Università e Politecnico di Bari, Infn, Lum e Arti, ha un motivo: la scienza, perché diventi comunicazione per i cittadini tutti, a cominciare dai bambini, deve essere bella, piacevole, capace di coinvolgere. E cosa c’è di meglio di spenderla nel rapporto con l’arte? Oggi infatti non si parla più di Stem ma di SteAm, cioè non solo discipline scientifico-tecnologiche ma arte. Come ha insegnato Piero Angela, la scienza se non è bella allontana anziché avvicinare. Al Fortino 8 opere di studenti dell’Accademia accoglieranno i visitatori di 4 mostre mentre il Conservatorio proporrà intermezzi all’evento dedicato al Pnrr e al tema “Come la comunità di ricerca barese partecipa alla Ripresa”. Martedì “Musicarte” mescolerà elettronica e suoni delle piante al Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali e il 25 in Cattedrale l’Ensemble Calixtinus e Giovannangelo De Gennaro, tra musica e ricerca, offriranno una sintesi delle commistioni di BariCode».
Il Festival vuole seminare il piacere della scienza, far scoprire la bellezza della ricerca.Cosa vorrebbe rimanesse a Bari oltre alla promessa di replicarlo nel 2024?
«Il primo dono saranno alberi. Il progetto “Mettiamo radici” prevede laboratori didattici nelle scuole primarie ma anche la piantumazione di alberi. Metteremo altri semi con i ragazzi delle superiori con azioni di orienteering ed educazione alla scienza. Ai cittadini che parteciperanno ai “Salotti Verdi” regaleremo stickers creati dai giovani dell’Accademia».
BariCode è un progetto di educazione culturale alla scienza. Cosa le piacerebbe crescesse nei cittadini?
«Mi piacerebbe che si cominciasse a sentire la scienza vicina, amica, piacevole e poi che la città si sentisse forte della sua cultura scientifica, che si rendesse conto della ricchezza unica e straordinaria che Bari ha da eletta nel panorama italiano».