BARI - Mille e 90 firme per una richiesta ben precisa: «Quel percorso deve essere subito rimosso». È stata protocollata nelle scorse ore al Comune di Bari la petizione popolare sull’ormai ribattezzata e famigerata «pista della discordia», l’itinerario ciclabile bidirezionale realizzato a fine luglio per circa 600 metri lungo viale Japigia e che sta aprendo un vero e proprio vespaio di polemiche in città.
Residenti e commercianti in poche settimane sono riusciti nella loro missione: portare il documento all’attenzione del Consiglio comunale e costringere così i consiglieri a pronunciarsi nettamente e senza infingimenti sulla volontà o meno di mantenere il percorso per le due ruote ricavato su un lato della carreggiata nel tratto compreso tra viale Magna Grecia e via Apulia. E che sta creando, secondo i firmatari, non pochi problemi alla viabilità e agli incassi delle attività commerciali crollati di oltre il 50 per cento.
Portare il caso all’attenzione dell’Aula Dalfino rischia di diventare una «polpetta avvelenata» per la maggioranza di centrosinistra, già in una delle prossime sedute di Consiglio previste nel mese di novembre. Infatti calendario alla mano ora toccherà, da regolamento, al sindaco Antonio Decaro prendere in consegna la petizione ed assegnarla entro quindici giorni all’esame dell’organo competente inviandone copia a tutti i gruppi consiliari. E trattandosi di una petizione sottoscritta da almeno mille persone, ciascun consigliere comunale può richiedere, con apposita istanza rivolta al presidente del Consiglio, che il testo della petizione venga posto in discussione nella prima seduta utile di Consiglio.
In queste ore non mancano di certo le autocandidature. Tra i consiglieri pronti a sposare la causa «pro petizione» e a portarla in Aula c’è sicuramente Francesco Giannuzzi della lista civica Con che da settimane non nasconde il suo disappunto nei confronti della pista ciclabile. «Perché oggettivamente – spiega – sta creando problemi e disservizi alla quotidianità di residenti e negozianti. Ed è sbagliato far passare il messaggio che su viale Japigia non vogliano la pista perché invece vogliono legalizzare la doppia fila delle auto. La doppia fila esiste in tutte le strade di tutte le città italiane e chi sbaglia viene giustamente sanzionato. Ma nel caso specifico questa pista, di cui nessuno sapeva nulla, sta desertificando la strada e creando problemi alla viabilità e al commercio».
Le stesse ragioni elencate nella petizione e sposate in toto dal I Municipio che proprio otto giorni fa con una maggioranza anomala e trasversale (pezzi del centrosinistra e tutto il centrodestra) ha detto sì all’ordine del giorno che ne chiede la rimozione, mettendo così in serio imbarazzo (politico) il presidente municipale Lorenzo Leonetti. Ma l’imbarazzo ora potrebbe approdare anche nell’Aula del Consiglio comunale.
Da un lato ci sono le opposizioni di centrodestra che soffiano sulla polemica – nello scorso fine settimana la Lega ha allestito un gazebo proprio nei pressi della ciclabile, con i consiglieri salviniani, il regionale Fabio Romito e il comunale Pino Monaco, a sostenere i commercianti e i residenti nella protesta (Monaco ha anche annunciato un ordine del giorno in Consiglio, mentre il deputato Davide Bellomo ha tuonato contro Decaro) ma dall’altro ci sono pezzi «dissidenti» del centrosinistra. Quei consiglieri comunali che, al pari della «ribellione» dei cugini municipali, potrebbero votare favorevolmente la petizione andando controcorrente rispetto all’indirizzo politico della giunta Decaro.
E il fronte «pro commercianti e residenti» non riguarderebbe solo la lista Con ma potrebbe convincere anche alcuni consiglieri comunali del Pd e delle varie e numerose liste civiche che siedono tra i banchi della maggioranza. La pista ciclabile rischia quindi di alimentare uno dei temi della prossima campagna elettorale e di creare le prime frizioni in una coalizione nella quale tutti gli alleati dovrebbero pedalare nella stessa direzione.