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Bari, garza dimenticata nell’addome dopo il cesareo: in 12 alla sbarra

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Bari, garza dimenticata nell’addome dopo il cesareo: in 12 alla sbarra

Si tratta di medici e infermieri all’epoca in servizio nel reparto di ostetricia dell’ospedale San Paolo

Martedì 12 Settembre 2023, 12:46

BARI - Dimenticarono una garza nell’addome di una donna durante l’intervento di parto cesareo, rimossa solo un anno e mezzo dopo, perché la paziente stava male, causando l’asportazione chirurgica di parte dell’intestino. Per il reato di lesioni aggravate, dodici medici e infermieri all’epoca - tra febbraio 2018 e luglio 2019 - in servizio nel reparto di ostetricia dell’ospedale San Paolo, sono finiti a processo. La paziente, oggi 46enne, si è costituita parte civile chiedendo la citazione della Asl come responsabile civile (l’udienza dinanzi al Tribunale di Bari è fissata per il prossimo 28 settembre).

Stando alla denuncia della donna e agli accertamenti tecnici disposti dalla pm Grazia Errede, la paziente fu sottoposta a parto cesareo il 2 febbraio 2018. In quella occasione i due chirurghi che eseguirono l’intervento «abbandonavano in addome una garza laparotomica omettendo peraltro all’esito dell’intervento» - condotta contestata in concorso anche ai due infermieri strumentisti che erano in sala operatoria - «di verificare che la conta delle garze fosse rispondente al vero tanto da sottoscrivere nella check list per la sicurezza in sala operatoria che “il conteggio finale di gare è risultato corretto”».

Nelle settimane e nei mesi successivi la paziente avrebbe iniziato ad avvertire dolori sempre più forti, febbre alta e debolezza, fino a un nuovo ricovero circa un mese dopo il parto, il 6 marzo. Anche in quella occasione tutti i medici che ebbero in cura la donna, ben otto specialisti, non si accorsero della presenza della garza nell’addome. Durante la degenza in ospedale la donna fu sottoposta a una massiccia cura antibiotica che rese impossibile continuare ad allattare il figlio neonato al senza. Fu dimessa il 18 marzo con la diagnosi di una «infezione postoperatoria». Le sue condizioni, però, non miglioravano. Circa un anno dopo, la donna ha iniziato a fare ulteriori accertamenti clinici e il 4 luglio 2019 si è ricoverata alla Mater Dei: qui finalmente è stata riscontrata la presenza della garza che aveva causa la formazione di una massa con successiva occlusione intestinale. Quindi l’intervento chirurgico d’urgenza di asportazione sia della garza e poi anche di una parte dell’intestino.

La donna ha formalizzato la denuncia qualche mese dopo, a settembre 2019. La Procura ha subito conferito incarico per una consulenza medico legale. Sulla base delle cartelle cliniche lo specialista incaricato degli accertamenti ha ricostruito la vicenda, i ripetuti ricoveri, i sintomi, le diagnosi e le diagnosi, ritenendo documentato il «nesso causale diretto» tra il comportamento dei medici, l’abbandono della garza e l’aggravamento delle condizioni di salute della paziente, cioè le presunte negligenze dei medici e degli infermieri che avevano avuto in cura la donna nei giorni del ricovero per il parto cesareo e poi un mese dopo, nello stesso reparto, per i dolori addominali e la febbre persistente.

Le indagini si sono concluse tre anni fa, ad agosto 2020, e or la vicenda approda in un’aula di giustizia. La paziente ad oggi non ha ottenuto alcun risarcimento del danno (la Asl ha chiesto anche di essere estromessa dal processo in cui è stata citata come responsabile civile) e sarà quindi un giudice a stabilire responsabilità ed eventuali colpe.

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