BARI - La secchiata di acqua gelata di Ferragosto piomba sul Comitato ex Fibronit: «Siamo preoccupati. Tutti i rappresentanti istituzionali della città facciano scudo. Le risorse non vanno toccate». I ritardi e i possibili rinvii delle opere finanziate dal Pnrr si addensano come nuvoloni neri sulla città di Bari. C’è anche il futuro parco della Rinascita – pronto a sorgere sulle ceneri dell’ex fabbrica di amianto - tra i progetti che rischiano di essere stralciati dalle opere finanziate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, qualora passasse la proposta del Governo di rimodulare i finanziamenti.
L’idea di Roma è di spostare sul programma «RePower EU» le risorse inizialmente assegnate ai Comuni, con l’impegno di trovare successivamente altre fonti di finanziamento. Una road map che spaventa a queste latitudini, considerando che sono almeno 5 i progetti ballerini di questa fase. Oltre al Parco Fibronit da 13 milioni, ci sono gli oltre 18 milioni che finanzierebbero buona parte del recupero delle aree scoperte della ex Caserma Rossani (la piazza delle Arti e il parcheggio interrato) e i 9 milioni per la sistemazione delle strade, tra cui la pedonalizzazione di via Manzoni.
Stesse incertezze anche per due progetti della Città Metropolitana e ricadenti nel territorio di Bari: i 21 milioni dell’accordo quadro per la valorizzazione dell’ex caserma dell’Aeronautica in corso Sonnino, a Madonnella, che ospiterà il nuovo liceo artistico De Nittis e la ristrutturazione di Villa Capriati, su via Amendola, destinata a Casa della Musica.
Tutte opere in fase avanzata e con le gare già bandite. Ma a fare più rumore – trattandosi di un’opera fortemente simbolica - è il destino incerto del futuro Parco dell’ex Fibronit, atteso da anni dai cittadini per cancellare una triste pagina di dolore causata dalle morti per amianto. Proprio nei giorni scorsi c’è stata l’aggiudicazione dei lavori del parco al raggruppamento temporaneo De Grecis Cosema Verde, Cobar e Giustiniana, risultata l’offerta economicamente più vantaggiosa con un ribasso del 22,77 per cento, pari a circa 10 milioni di euro.
Una buona notizia raggelata però dalla rimodulazione dei fondi decisa da Palazzo Chigi. «Malgrado da più parti venga la rassicurazione che questi fondi saranno sostituiti da altri - di cui, peraltro, non si conosce né l’origine né i tempi della loro assegnazione, la preoccupazione resta molto alta – dice Nicola Brescia presidente del Comitato Fibronit -. È difficile da accettare che, all’indomani di interventi già appaltati e aggiudicati, vengano stralciate le risorse economiche previste. Tutto questo malgrado non vi siano motivi validi se si considera che sono stati rispettati i tempi per la progettazione preliminare e la recente assegnazione della progettazione esecutiva alla quale seguiranno gli interventi per la realizzazione del parco».
Da qui l’appello del comitato a tutti i rappresentanti istituzionali, di ogni colore politico, ad attivarsi per evitare «questa ingiustizia». «Non dimenticate – afferma ancora Brescia - che quell’area porta sulle sue spalle oltre 700 morti e che il Parco della Rinascita è il risarcimento minimo nei confronti di questi uomini e di queste donne che hanno pagato con la vita la vicinanza con l’ex fabbrica di cemento amianto. I cittadini baresi per oltre 25 anni si sono battuti perché quell’area non fosse ulteriore oggetto di paura e di morte. Hanno combattuto, hanno lottato con tutte le loro energie e non si fermeranno sino a quando non otterranno il loro Parco della Rinascita. È la vostra occasione di dimostrarci di cosa siete capaci. Non sprecatela».
Parole forti rispetto alle quali Palazzo di Città predica ancora prudenza. Al momento infatti nessuna comunicazione romana è pervenuta agli uffici comunali in merito allo stralcio dei fondi. Anzi. La fase amministrativa va avanti: il prossimo 4 settembre il dirigente della ripartizione Lavori Pubblici, Claudio Laricchia, incontrerà i progettisti del Parco.