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«Teatri di Bari doveva pagare il fitto all’Abeliano», la sentenza

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

«Teatri di Bari doveva pagare il fitto all’Abeliano», la sentenza

il Kismet aveva creato Teatri di Bari insieme all'Abeliano

La Corte d’Appello conferma la condanna arbitrale da 242mila euro

Sabato 20 Maggio 2023, 13:52

BARI - È valido il patto parasociale in base a cui nel 2014 il consorzio Teatri di Bari si era impegnato a versare 10mila euro al mese all’Abeliano a titolo di affitto della struttura che, insieme al Kismet, aveva dato vita al «Tric». Ovvero le due associazioni che fanno capo a Augusto Masiello e Vito Signorile, nomi storici del teatro barese, prima alleati poi divenuti acerrimi nemici in una guerra culminata - nel 2021 - nell’esclusione dell’Abeliano dalla cooperativa nel frattempo subentrata al consorzio.

La Corte d’appello di Bari (presidente Mitola, estensore Piliego) ha dichiarato valido il lodo arbitrale che lo scorso anno aveva regolato la vicenda. E che ha stabilito, in sostanza, l’obbligo di Teatri di Bari di versare ad Abeliano 242mila euro, ovvero il corrispettivo delle fatture asseritamente non pagate fino a quel momento.

La controversia giudiziaria ha fatto emergere i contenuti dell’accordo siglato dai due contendenti quando, nel 2014, è cominciato il percorso che ha portato Teatri di Bari al riconoscimento di teatro di rilevante interesse culturale, che permette di ottenere contributi ministeriali per circa 1,2 milioni l’anno. I due soci avevano appunto stabilito un canone mensile di 6mila euro per il Kismet e di 10mila per l’Abeliano. Solo che, secondo Masiello, quell’accordo costituiva soltanto un meccanismo creato per consentire il ripiano dei debiti pregressi maturati dai due teatri prima della costituzione del consorzio.

La vicenda è stata demandata a un arbitro, l’avvocato Gaetano Di Muro, che ha dato ragione all’Abeliano riconoscendo appunto il diritto a percepire il fitto dovuto per l’uso del teatro da parte della cooperativa. Un ragionamento che ha retto anche all’esame della Corte d’appello.

«Stiamo valutando la possibilità di ricorrere in Cassazione - dice l’avvocato Giuseppe Castellaneta Soldano, che assiste Teatri di Bari -. Non abbiamo perso, ma l’appello è stato ritenuto inammissibile perché nell’impugnazione dell’arbitrato non si può riesaminare il fatto. Noi riteniamo invece che si può riesaminare il fatto se la ricostruzione dell’arbitro si basa su presupposti di diritto errati». Il dovuto, dice il legale, è stato già saldato dopo il deposito del lodo.

Due mesi fa la guerra dei teatri era passata dal Tribunale delle imprese, che ha invece dato ragione al Kismet sulla trasformazione del consorzio Teatri di Bari in cooperativa di lavoro, con conseguente esclusione dell’Abeliano: la cooperativa oggi gestisce, oltre il Kismet, anche il Radar di Monopoli e la Cittadella degli artisti di Molfetta. La guerra era passata anche dalle aule della sezione Lavoro, cui si erano rivolti Signorile e la presidente dell’Abeliano, Anna Sciannimanico, per gli stipendi non pagati da Teatri di Bari (e nel frattempo saldati): la cooperativa li accusava di aver operato «in assoluta autonomia rispetto al Tric Teatro di Bari e in aperta concorrenza», circostanza che però non è risultata provata.

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