Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 18:48

Interporto di Bari, adesso cadono le accuse

Interporto di Bari, adesso cadono le accuse

 
Isabella Maselli

Reporter:

Isabella Maselli

Bari, nuovo «no» della Procura al salvataggio di Interporto

A quattordici anni dall’inizio della vicenda, rinviato a giudizio solo uno dei 5 imputati

Sabato 15 Aprile 2023, 12:58

BARI - A 14 anni dai fatti, crolla quasi interamente il castello accusatorio costruito attorno alla vicenda relativa all’ampliamento dell’Interporto regionale di Bari Lamasinata, al quartiere San Paolo. Il gup di Bari Antonella Cafagna ha prosciolto, al termine dell’udienza preliminare, i fratelli Davide, Emanuele e Anna Degennaro, il figlio di Emanuele, Giuseppe, e Crescenzia Di Carlo, ex amministratrice di una delle società di famiglia, dalle quindici accuse, ritenute insussistenti, di riciclaggio e autoriciclaggio contestate dai pm Ignazio Abbadessa e Savina Toscani. Il giudice ha disposto il rinvio a giudizio per il solo Davide Degennaro nei cui confronti, dal 4 luglio, sarà un processo a stabilire le eventuali responsabilità relative ai reati di truffa aggravata, malversazione ai danni dello Stato e falso in bilancio.

La vicenda, risalente al 2009, riguarda il presunto conseguimento indebito di erogazioni pubbliche per l’ampliamento dell’Interporto. Un progetto da 180 milioni di euro, la metà dei quali finanziati con fondi regionale ed europei. Secondo l’accusa la Regione - costituita parte civile - sarebbe stata truffata perché gli amministratori della società avrebbero «falsamente garantito la copertura finanziaria della propria quota di investimento», pari a 90 milioni di euro. Non solo. Stando all’imputazione di truffa avrebbero anche «attestato falsamente» fin dal 2009 «l’urgenza dell’ammissione provvisoria al finanziamento per consentire l’avvio dei lavori, indicando come “imminente” l’acquisto dei suoli necessari per la realizzazione del progetto - mai acquistati - e indicando spese per progettazione delle quali non forniva successivamente alcuna rendicontazione».

In questo modo, secondo la Procura, avrebbero «indotto in errore la Regione Puglia e la Comunità Europea» ottenendo «un ingiusto profitto», cioè i 9 milioni di anticipazione sul finanziamento (la restante parte mai erogata perché la Regione revocò il finanziamento nel 2016) e un corrispondente danno all’ente, non soltanto economico, ma anche per la mancata esecuzione dell’opera «da considerarsi di interesse strategico per il territorio regionale pugliese». Di questo presunto raggiro risponderà solo Davide Degennaro.

Gli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, Domenico e Fabrizio Di Terlizzi, hanno espresso «viva soddisfazione per l’esito dell’udienza che ha visto accolte, nella quasi totalità, le argomentazioni difensive», sottolineando che «tutti gli imputati sono stati assolti con la formula perché il fatto non sussiste dagli addebiti più gravi di riciclaggio e il dott. Emanuele Degennaro anche dalle residue imputazioni per non aver commesso il fatto». Con riferimento al rinvio a giudizio di Davide Degennaro, i difensori «confidano sull’esito favorevole del giudizio di merito anche sulla base di prove dichiarative che non è stato possibile introdurre nell’udienza preliminare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)