BARI - Questa è una storia. Una storia come tante: dentro c’è un po’ di tutto, paura, sofferenza, amore, solidarietà. Ve lo diciamo fin da subito, ha anche un lieto fine. Ma merita di essere raccontata perché scatta una fotografia della bellezza della Puglia, il posto in cui viviamo, con le sue mille sfaccettature e i suoi duemila volti. Siamo nel pieno centro di Bari. A descrivere la situazione è Luca Rutigliano, imprenditore e comunicatore barese: «Una coppia è seduta sotto un portico della principale via del centro del capoluogo pugliese, con due stracci addosso e una coperta». Non chiedono nulla - anche perché non parlano un’acca di italiano - se non pochi spiccioli, ma lo fanno lì. Immobili. Senza dare fastidio a nessuno. Congelati dal freddo. «Non ho resisto - spiega Rutigliano - mi avvicino e gli offro un po’ di soldi, da bere e da mangiare. Accettano solo un caffè bollente. Allora li invito nel mio locale per scaldarsi e per usare il bagno.
Mentre cerco di capire cosa li ha portati lì e se hanno bisogno di aiuto, capisco che si tratta di una coppia in fuga. Se all’inizio mi ero convinto che fossero un ragazzo e una ragazza, ora ho la certezza che sono due ragazzine. Una più mascolina, con i capelli corti. L’altra con la carnagione più scura e una coda di cavallo, entrambe maggiorenni. Le ho osservate mentre si scambiavano un bacio affettuoso, ristorate dal calore del locale. Decido di ospitarle a casa mia, cosicché mi possano raccontare la loro storia».
«Vengono dalla Bulgaria - sottolinea - sono scappate perché lì il loro amore non è consentito, ma in Italia hanno trovato una sorte peggiore: una volta arrivate in Puglia sono state spinte a mendicare o forse a fare qualcosa di peggio. Per fortuna però sono sfuggite ai loro aguzzini e una volta a Bari avevano solo un obiettivo: tornare a casa, a Sofia. Non possedevano nulla, tranne uno zaino con i documenti e due buste di plastica che non mollano mai».
«Capisco la situazione e decido di aiutarle: così grazie a una rete di amici e conoscenti si mobilita il mondo. La polizia locale, l’aeroporto, anche l’assessore alla Cultura di Bari Ines Pierucci. Compro due biglietti aerei per permettere loro di tornare a casa, ma capisco che hanno paura e (complice l’impossibilità di comunicare con la stessa lingua) cerco l’appoggio di qualcuno che conosca il bulgaro. Peccato che chi ho interpellato per venire in nostro aiuto, non si sia rivelato all’altezza della situazione». «Non so cosa le abbia portate in via Sparano quel giorno - aggiunge Rutigliano - ma grazie ad alcune dritte e al buon cuore di pugliesi e turisti che erano lì in quel momento, abbiamo fatto una colletta e l'abbiamo donata alle due ragazze che, incredule per tanta bontà, non riuscivano a smettere di piangere dalla commozione». «Mi hanno spiegato nel loro inglese stentato che avevano scelto di rimanere in bella vista nel pieno centro di Bari, non per attirare l’attenzione, ma per sentirsi più sicure, per essere sorvegliate dalle telecamere», aggiunge.
Avevano paura che le persone che le hanno sfruttate potessero rintracciarle, avevano freddo, avevano il terrore che il loro amore non si sarebbe potuto concretizzare, ma più di tutto, avevano un disperato bisogno di tornare in Bulgaria. A casa.
Rutigliano prosegue nel racconto: «Con la polizia e il 118 (sotto consiglio dell’assessore Pierucci) le abbiamo scortate in aeroporto onde evitare che qualche malintenzionato le potesse trovare. Solo mentre stavamo per andar via, abbiamo capito cosa nascondessero in quei sacchetti di plastica, da cui non si separavano mai. Quando sono uscite dal locale per dirigersi alla vettura, ci ha sorpreso veder correre all’impazzata una delle due. Eravamo convinti che stesse fuggendo con il biglietto e i soldi e che alla fine ci avessero raggirato. Invece no».
«Quella corsa folle in stile Fuga per la vittoria aveva un senso. In quei sacchetti che la ragazza aveva con sé c’era solo spazzatura: plastica e carta che avevano usato in questa breve permanenza in Puglia. Una volta compreso che stavano tornando a casa - spiega l’imprenditore - l’hanno gettata via. Dicono che non volevano sporcare il posto che le aveva accolte. Le ho viste attraversare il gate, mano nella mano. Finalmente libere di poter vivere la loro vita, come desiderano. Insieme, nella loro terra», conclude. «Sono rimasto in contatto con loro. Mi manderanno un selfie insieme una volta a settimana e entro fine febbraio andrò a trovarle per vedere se stanno bene. So che nessuno lì potrà far loro del male. E che le attende un futuro radioso. Ma fino ad allora assieme a un gruppo di amici continuerò a mandare loro dei soldi. Dopo febbraio però sparirò. Voglio fidarmi perché i soldi non fanno la felicità», spiega Rutigliano.
La Puglia e Bari sono anche questo: una città dove l’amore vince sulla paura. Dove la solidarietà e la generosità non mancano mai. Dove tutto, con un pizzico di volontà, è davvero possibile.