BARI - «Non è più tuo diritto» è lo slogan scelto da psicologhe e psicologi per protestare contro l’annunciata chiusura del servizio di Psicologia e Neuropsicologia del Policlinico. I medici manifesteranno in piazza Giulio Cesare a Bari il prossimo 3 ottobre (alle 10) per denunciare quella che definiscono «una storia di diritti sottratti alla comunità».
La notifica Ad inizio settembre è giunta la comunicazione definitiva di chiusura dell’Unità operativa del centro ospedaliero cittadino, sollevando non poche polemiche. «Colpisce l’assoluta inerzia e il silenzio assordante dei vertici del Policlinico e dell’Università di Bari, sollecitati da lungo tempo in via formale e informale della questione - si legge in una nota diramata da Victor Laforgia, coordinatore regionale di AltraPsicologia -. Malgrado il riconoscimento per la necessità per i cittadini e il valore di questo Servizio, unico nelle sue competenze, non è stata fornita alcuna spiegazione né soluzione al mancato accoglimento dei bisogni psicologici dei pazienti e dei loro familiari, nonché degli studenti universitari impegnati nel loro tirocinio curriculare formativo, una volta che il Servizio sarà chiuso». «Dalla prossima settimana non esisterà più un servizio essenziale per l’assistenza psicologica dei degenti del più grande nosocomio della città, in conseguenza del pensionamento della prof.ssa Maria Fara De Caro, professore associato dell’Università di Bari, che con straordinario impegno lo ha guidato in questi anni», sostiene Laforgia.
Prestazioni Facendo riferimento all’ultimo anno, sono oltre 1.600 le prestazioni ambulatoriali e di consulenza sviluppate dal servizio nei diversi reparti del Policlinico: dalle valutazioni neuropsicologiche per pazienti affetti da disturbi cognitivi, patologie neurodegenerative e per persone con disabilità intellettiva, agli accertamenti per invalidità civile, colloqui psicologici, esami psicodiagnostici, sostegno psicologico e psicoterapia per pazienti e familiari che affrontano patologie organiche invalidanti. Peraltro con «prenotazioni già calendarizzate fino a novembre del 2023», aggiunge il coordinatore, sottolineando «l’attività di collaborazione con tutti i reparti di area medica e chirurgica per garantire la presa in carico globale e multidisciplinare di chi deve affrontare il percorso di malattia», ma anche «l’intensa attività di ricerca e di formazione, garantita e supportata dalla presenza di studenti, tirocinanti e psicologi specializzandi in formazione, che in centinaia, negli anni, hanno portato avanti l’espletamento di una tale mole di lavoro».
«È profondamente ingiusto, e inammissibile, che tale straordinaria e ammirevole ricchezza di esperienze e competenze vada in fumo, insieme a prestazioni essenziali per i cittadini, a causa del disinteresse dalla Direzione del Policlinico e dell’Università di Bari, nonostante sia del tutto possibile e semplice assicurare, con la convenzione di psicologi già presenti e inquadrati nel ruolo universitario (come avviene per altre professioni sanitarie nell’Azienda Ospedaliera), una continuità del servizio pubblico», incalza Laforgia.
Nel complesso si tratta di «diritti di salute negati», che portano la comunità degli psicologi alla mobilitazione per sollecitare i vertici del Policlinico e dell’Università «a trovare una soluzione rapida ed efficace a garanzia di prestazioni garantite dai Lea (i livelli essenziali di assistenza».
Da qui la manifestazione in programma lunedì prossimo - primo giorno di chiusura del Servizio -, in piazza Giulio Cesare, nella zona antistante l’ingresso del Policlinico, «per denunciare quanto sta accadendo e per raccontare ai pazienti e ai familiari una storia diritti sottratti alla comunità», conclude.