Sabato 06 Settembre 2025 | 08:17

Dormitorio a cielo aperto al centro di Bari: «Qualcuno intervenga»

 
Barbara Minafra (foto Fasano)

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Barbara Minafra (foto Fasano)

Dormitorio a cielo aperto a due passi dal centro: «Qualcuno intervenga»

Senza tetto nel cuore della città di Bari

I residenti amareggiati: «Non ce l’abbiamo con i senza dimora, contestiamo l’abbandono in cui versa questa zona, la situazione peggiorerà»

Venerdì 10 Giugno 2022, 08:14

13:41

«Cosa possiamo fare per richiamare l’attenzione dell’Amministrazione comunale? Dobbiamo scrivere una lettera al sindaco, fare un esposto, mettere su un comitato di quartiere per fare una segnalazione? Chiediamo solo che vengano a vedere per capire di cosa parliamo, del disagio che viviamo ogni giorno da anni, e poi decidano cosa fare, se si può fare qualcosa per noi ma se si può fare qualcosa anche per loro, perché quelle non sono certo condizioni di vita accettabili». Un residente di corso Italia è stanco di trovare davanti casa i giacili di fortuna dei senza dimora. Sotto osservazione ci sono 200 metri che vanno da piazza Moro fino all’imbocco di via Quintino Sella. Ci sono cartoni e coperte tra via Suppa e corso Italia, se ne trovano un paio tra via Suppa e via Crisanzio e poi ci sono altri 2-3 domicili improvvisati a 30 metri dalla stazione della Ferrotranviaria.

Le arcate sotto il cavalcavia delle Appulo-Lucane e i locali commerciali sfitti, sono i bersagli privilegiati delle soste notturne.
L’area è a due passi dalla stazione centrale di Bari ma anche dal cinema Galleria e dall’inizio della passeggiata su via Sparano.
La domanda che come lui si pongono i tanti che non solo ci abitano ma frequentano la zona trafficatissima, è: Bari è compatibile con questa situazione, soprattutto oggi che attrae un grande flusso turistico? «Siamo a due passi dal centro. Alle 18 sistemano i cartoni per dormire e poi li lasciano lì tutto il giorno. Non si possono spostare altrove? Massima solidarietà ma è un peccato mostrare il cuore della città in queste condizioni. Siamo a 50 metri da via Sparano» dice un altro residente. «Non c’è decoro - aggiunge una sua vicina di casa - e c’è sporcizia».
In realtà, con l’arrivo della bella stagione il numero dei senza dimora si riduce drasticamente. D’inverno, viceversa, aumenta sia per il riparo che offre da pioggia e vento il cavalcavia, sia per la presenza della mensa che serve pasti caldi. Anche le unità di strada monitorano costantemente la situazione e si accertano che i senza dimora che non accedono ai ricoveri notturni abbiano sufficiente conforto e protezione.
A poca distanza c’è il centro Caritas della Parrocchia di Santa Croce e al numero 81 c’è il Centro diurno di accoglienza Area 51 che opera per ridurre le situazioni di marginalità con un centro di ascolto e assistenza ma offrendo anche docce, servizi igienici, vestiario e mensa.
«Possibile che non ci siano strutture di accoglienza che possano ospitarli per la notte? Perché non si provvede a dare loro la possibilità di avere una sistemazione meno precaria e servizi igienici? Non vi dico durante il Covid in che condizioni erano i marciapiedi: assolutamente impraticabili. Ora no, non c’è più quella situazione estrema, ma noi viviamo un grosso disagio».
I residenti, che si incontrano sotto casa e si lamentano del degrado, non puntano il dito contro i senza dimora ma contro «il senso di abbandono della zona: è una situazione critica che peggiorerà con il caldo. Chi dobbiamo chiamare, i vigili che controllano l’uscita della scuola Mazzini e che conoscono benissimo la situazione o l’Amiu? Vorremmo che qualcuno venisse a vedere una situazione critica evidente».

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