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Gravina, violenza sessuale su 2 minori in cambio di droga e soldi: arrestato 62enne

 
Redazione online

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L'indagine è stata avviata in seguito alla denuncia delle due vittime che dal dicembre del 2021, raggiunta la maggiore età, hanno iniziato a collaborare con i poliziotti del Commissariato di P.S. Gravina in Puglia

Venerdì 13 Maggio 2022, 20:14

14 Maggio 2022, 18:53

BARI -  Un 62enne della provincia di Bari è stato arrestato dalla polizia con le accuse di violenza sessuale aggravata e prostituzione minorile perché avrebbe avuto rapporti con due ragazzi minorenni dando loro in cambio denaro, sigarette e droga.

L'uomo, per cinque anni, avrebbe abusato quasi quotidianamente, di due adolescenti, da quando le vittime avevano 13 anni e fino ai 18, dal 2016 al 2021, «corrompendoli" per ogni prestazione sessuale con vestiti, cellulari, sigarette, qualche dose di marijuana e denaro dai 10 ai 50 euro. I particolari emergono nell’ordinanza di arresto di un 62enne della provincia di Bari, accusato di violenza sessuale aggravata e continuata e prostituzione minorile. Le indagini della Polizia hanno documentato in soli 18 mesi quasi 1.500 contatti telefonici tra l’uomo e le due presunte vittime. Una "vicenda dolorosa» la definisce la gip del Tribunale di Bari Valeria Isabella Valenzi, che ha disposto il carcere.

Negli atti ci sono i racconti delle due presunte vittime del 62enne, dei loro amici e famigliari. «Inizialmente non capivo il significalo di tali azioni - ha raccontato una delle due vittime che, una volta diventata maggiorenne, nei mesi scorsi, ha deciso di denunciare - Con il passare degli anni ho provato vergogna per questa situazione e non riuscivo a uscirmene da solo. Solo dopo aver confessato i fatti a mia zia e successivamente a mia madre, ho trovato il coraggio di denunciare».

Lui - ha raccontato il ragazzo - lo andava a prendere da scuola o da casa per appartarsi in campagna, portandolo spesso con lui fuori regione, per aiutarlo nel lavoro stagionale nei campi di cardi selvatici. La gip parla di «subdola manipolazione perpetrata dall’indagato ai danni della vittima, facendo leva sulla fragilità emotiva» del ragazzo. La stessa mamma dell’adolescente, che conosceva il 62enne, credeva «che le sue attenzioni nei confronti dei figli fossero destinate a sopperire alla mancanza della figura paterna e a fornire un aiuto economico alla famiglia, insegnando ai ragazzi un mestiere». 

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