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Bari, morosi case popolari: in arrivo 6mila diffide

 
Barbara Minafra

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Barbara Minafra

Bari, morosi case popolari:  in arrivo 6mila diffide

La questione delle case popolari

Si chiede agli assegnatari di pagare i canoni non versati. Il presidente Arca De Nicolo: «Ma c’è un piano di rientro a condizioni agevolate»

Martedì 12 Aprile 2022, 13:31

BARI - Fra una settimana arriveranno 6mila raccomandate. Mittente Arca Puglia Centrale. La diffida darà la possibilità agli assegnatari di alloggi popolari in ritardo con il pagamento dei canoni, di rientrare dai debiti ed evitare il decreto ingiuntivo prima e gli sfratti per morosità, poi. «A disposizione degli inquilini c’è un piano di rientro a condizioni molto agevolate. Normalmente il piano prevede un acconto del 10% e il pagamento delle rate in 5 anni. Tenendo conto del periodo di difficoltà e degli aumenti dei prezzi delle utenze, abbiamo deciso di prorogare al 30 settembre 2022 – dice Pietro De Nicolo, amministratore unico di Arca Puglia - alcune condizioni di favore che avevamo previsto durante la pandemia, e a cui avevano aderito qualche centinaio di assegnatari. Allora avevamo chiesto un acconto del 5% e consentito una dilazione in 10 anni, in caso di situazioni di difficoltà contingenti e a fronte di certificazioni sanitarie o attestazioni di disoccupazione intervenuta. Comunque, sempre facendo una valutazione caso per caso, perché una cosa è un debito da 2mila euro e una cosa è uno da 20mila».

De Nicolo, che coordina un ente che ha competenza su 30mila appartamenti destinati alle fasce meno abbienti tra Bari e Bat, precisa quanto si stia cercando di andare incontro a chi ha un’esposizione debitoria, anche potenziando gli uffici.
Proprio a fronte delle 6mila diffide in preparazione, personale distaccato rafforzerà l’help desk di Arca Puglia.
«Come front office ci stiamo attrezzando con un progetto speciale per raccogliere le pratiche con più personale dedicato e postazioni più ampie, in modo da poter dare risposte immediate a quelle che speriamo saranno tante domande di rientro». Arca ha già accertato le varie situazioni debitorie e ora la procedura del concordato necessaria a stabilire i piani di rientro, richiederà almeno un paio di mesi. Prima dell’estate si dovrebbe poter fare un primo bilancio. Premesso che gli inquilini pagano da un minimo di 26 a 250 euro mensili, il problema è che se da un lato si possono ragionevolmente monitorare situazioni debitorie attorno ai mille euro, quelle che raggiungono i 40mila euro richiedono azioni più decise a tutela dell’ente. Anche perché, evidentemente, esposizioni importanti corrispondono a molti anni di insolvenza. Problematiche complesse certo, ma non legate alla pandemia o alle bollette oggi in aumento.

C’è ad esempio chi, oltre a non pagare il canone di locazione, non ha pagato nemmeno le spese condominiali. Il singolo condominio si rivale sull’Arca (proprietaria degli immobili) per il rientro delle spese di pulizia della scala o di manutenzione ordinaria degli stabili, ma Arca deve poi aggiungere questi oneri al debito mensile dell’utente. Con la precisazione che tutto quanto è dovuto all’ente che solo a Bari gestisce 10mila alloggi, serve a corrispondere l’Imu e a sovvenzionare la manutenzione degli stabili. «Qualche segnale va dato - dice De Nicolo -. Saremo costretti a sfrattare qualcuno. Ci sono situazioni che con tutta la buona volontà, non sono francamente sostenibili». Una su tutte: avviare l’iter per evitare il decreto ingiuntivo ma poi interrompere i pagamenti dopo 2-3 mesi, «non sarà tollerato». Pur ammettendo un margine di comprensione, da Arca arriva un netto «no ai giochetti in attesa della prossima raccomandata. Potremo temporeggiare su 1-2 rate ma poi saremo costretti a procedere».

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