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Agguato per vendicare morte figlio, confermata condanna al boss di Bari

 
Redazione online

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Agguato per vendicare morte figlio, confermata condanna al boss di Bari

Il luogo dell'agguato dove venne ucciso il figlio del boss

La Corte di Appello riduce la pena a 10 anni di reclusione per Montani soprannominato «Malagnacch»

Mercoledì 09 Marzo 2022, 15:42

BARI - Avrebbe tentato di vendicare la morte del figlio sparando contro il killer che 12 anni prima aveva ammazzato il ragazzo. Per il reato di tentato omicidio con l'aggravante mafiosa, la Corte di Appello di Bari ha confermato la condanna, riducendo la pena da 12 anni a 10 anni di reclusione, per il boss del quartiere San Paolo di Bari Andrea Montani, 58 anni, imputato per il ferimento del pregiudicato 42enne Ignazio Gesuito, avvenuto il 5 febbraio 2018 nel quartiere Cecilia di Modugno.

Montani, soprannominato «Malagnacch», tornato libero nel 2016 dopo aver scontato 18 anni di carcere, avrebbe tentato di uccidere Gesuito per vendicare il figlio Salvatore, ammazzato dal 42enne nel giugno 2006. L’agguato del 2018 avvenne nello stesso luogo dove c'era il negozio di animali «Savana» all’esterno del quale Gesuito uccise il figlio 18enne del boss. Gesuito per questo delitto era stato in carcere 9 anni fino al 2014 e poi si era trasferito a vivere in una città de Nord Italia, tornando a Bari nel 2017 per gestire alcuni affari di famiglia. La sera del 5 febbraio 2018, raggiunto da due sicari - uno non identificato - nel cortile condominiale di casa, fu colpito al torace e a un braccio da 4 dei 9 proiettili esplosi contro di lui da Montani, che avrebbe continuato a sparare anche quando la vittima era ormai a terra di spalle. Sopravvissuto, ha perso l’uso delle gambe.

Per questa vicenda il boss è tornato in carcere nell’agosto 2019. Nel processo era imputato anche lo stesso Gesuito, assistito dall’avvocato Daniela Castelluzzo, costituito nella doppia veste di accusato di favoreggiamento e di parte civile. I giudici del secondo grado hanno confermato per lui la condanna alla pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione

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