Sabato 06 Settembre 2025 | 20:41

Caro gasolio, pescatori in rivolta in tutta la Puglia

 
Antonio Galizia

Reporter:

Antonio Galizia

Bari caro gasolio pescatori

Ferme agli ormeggi anche le barche pugliesi, carburante schizzato in un anno da 30 centesimi a 1,30 euro

Lunedì 07 Marzo 2022, 10:49

BARI - Barche agli ormeggi in tutta la Puglia e in gran parte delle marinerie italiane. Scatta oggi lo stato di agitazione contro «il caro-gasolio, i danni provocati dalla riduzione delle giornate di pesca, la mancata applicazione degli sgravi fiscali per la categoria e le leggi comunitarie poco adeguate alle esigenze del comparto». È quanto deciso dai rappresentanti delle marinerie intervenuti all'assemblea nazionale a Civitanova Marche. «All’incontro ha partecipato l’80 per cento delle marinerie italiane. Per il barese e la Puglia - spiega Giuseppe Di Bari, armatore di Mola di Bari - era presente una folta delegazione in rappresentanza delle cooperative e delle imprese di pesca di Mola, Monopoli, Molfetta, Trani, Manfredonia, Otranto, Gallipoli e del tarantino».

Il settore è sul piede di guerra. «Da oggi ci fermiamo tutti ed entro domani tutti consegneremo i documenti di bordo nelle Capitanerie di Porto e negli Uffici Marittimi». Nel contempo i pescatori hanno chiesto un incontro urgente al sottosegretario all’Agricoltura con delega alla Pesca Francesco Battistoni e, tutte le marinerie riunitesi a Civitanova Marche sono pronte ad organizzare una manifestazione nella capitale. La serrata segue lo stato di agitazione che ha avuto inizio la scorsa settimana con la mobilitazione delle marinerie e le assemblee, tenute nei porti pugliesi per protestare contro un caro-carburanti che da settimane costringe agli ormeggi gran parte dei pescherecci. Il prezzo del gasolio ieri è scattato a 1 euro e 30 a litro rispetto agli 86 centesimi di una settimana fa, quando lo scorso anno oscillava tra i 30 e i 35 centesimi.


Per far fronte al caro-carburanti, nel sud barese le imprese di pesca si sono unite, dando vita al «Consorzio Mare Blu», un canale di fornitura importante per le aziende della pesca che consente il ritiro diretto del gasolio e la distribuzione, conseguendo un leggero abbattimento dei costi. Una buona soluzione che, tuttavia, fa i conti con la scarsa disponibilità di carburante sul territorio regionale che costringe i pescatori a fermare le attività. In Puglia, sono un migliaio i pescherecci, tra strascico e palangari, in attività. Molti sono gestiti da marittimi, prossimi alla pensione e con barche usurate, che chiedono la demolizione ed il contributo ad esso collegato. Ma i bandi - lamentano le organizzazioni di settore - per il sostegno all’arresto definitivo, sono fermi da tempo. Ad ogni operatore sono imposte massimo 127 uscite in mare nell’arco di un anno ed ogni armatore è chiamato a garantire un salario minimo mensile di 1500 euro agli addetti oltre il versamento dei contributi per 360 giorni. Condizioni che per i pescatori non sono più sostenibili. Da qui la decisione di restituire le licenze di pesca. Un gesto per alcuni simbolico e provvisorio. Per altri definitivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)