Bari - Si mettono in coda nella speranza di ottenere un vaccino: decine di persone ci provano, pur essendo fuori dalle categorie per le quali è in corso attualmente la campagna. La Asl conta di riuscire a coprire con la prima dose quasi la totalità degli over 60 entro fine maggio per poi cominciare a proteggere le altre fasce d’età. La prospettiva è che si cominci a giugno con i cinquantenni e poi, in piena estate, con i quarantenni, prevedendo dunque una completa immunizzazione ad agosto e oltre (tranne imprevisti).
L’insofferenza dei più giovani, dunque, aumenta perché, con il nuovo corso voluto dal Governo, la certificazione verde per poter circolare liberamente nelle regioni italiane, e a breve anche all’estero, rischia di essere una chimera e appannaggio di pochi: dei guariti (che in Puglia sono 185.526, ma non tutti negli ultimi sei mesi), cioè di coloro ai quali è consentito spostarsi nei sei mesi successivi alla data della negativizzazione, e appunto di chi potrà dimostrare, anche in questo caso con un documento scaricabile sul sito di Puglia Salute, di avere ottenuto entrambe le iniezioni nei 180 giorni precedenti. Altrimenti, si dovrà ovviare con un tampone che permette di viaggiare nelle 48 ore successive all’esecuzione del test, sempre che l’esito sia negativo. A parte i costi (i laboratori privati accreditati chiedono in media 25 euro per il rapido antigenico e 80 per un molecolare), che pure possono essere rilevanti per una famiglia o per chi si muove spesso, l’idea di dover continuamente far ricorso ai controlli (a breve anche per andare a un concerto oppure allo stadio) sta condizionando soprattutto i più giovani, a cominciare dai 20enni e 30enni che, tranne nuove possibili disposizioni, attualmente sono in coda alla lista delle vaccinazioni.
Uno degli ultimi casi è avvenuto martedì all’hub della Fiera, dove, insieme con le persone in fila per la iniezione prenotata, c’erano anche gruppi in attesa, dalle 14, di una possibile dose avanzata. Fra questi pure giovani e giovanissimi appena maggiorenni, tutti rimandati a casa proprio perché fuori per ora dalla platea. Ma a scuola e all’università, a poche settimane dalla maturità e dalle sedute di laurea, non si parla d’altro, se non di come festeggiare il traguardo senza restrizioni e di come mettersi alle spalle un altro anno di rinunce (e di didattica a distanza): raggiungendo amici lontani, ricominciando a visitare le città d’arte italiane o, in vista delle vacanze, prenotando un soggiorno in una delle isole greche e spagnole tanto richieste (e in alcuni casi pure Covid free), nella speranza che a settembre si possa tornare a studiare tutti in presenza.
«Rispetto a qualche mese fa - afferma Gennaro Cifinelli di Link Bari - c’è in noi giovani la speranza di una maggiore libertà di movimento dopo la stanchezza degli ultimi mesi nell’attesa di tornare alla normalità. A livello psicologico ho notato tra gli studenti dell’università un malessere diffuso, soprattutto nell’ultimo periodo di zona rossa durata quasi due mesi. Comprendo che molti giovani cerchino di ottenere il vaccino, credo però che si debbano rispettare le priorità stabilite dal Governo. Ritengo giuste le condizioni poste per spostarsi, ma, non essendo appunto ancora giunto il nostro momento per le vaccinazioni, sarebbe il caso di agevolare almeno chi è sotto un certo reddito riducendo o azzerando i costi dei tamponi da fare nel pubblico o nel privato. Altrimenti il rischio è che si torni a una circolazione senza controllo e che si ripresenti a settembre-ottobre la stessa situazione di un anno fa proprio quando invece bisognerebbe fare in modo di ritornare tra i banchi o nelle aule universitarie in sicurezza. Il rischio, purtroppo, è che ancora una volta non vi si riesca».