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I monopattini elettrici in città: croce e delizia post virus

 
Marco Seclì

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Marco Seclì

Bari, i monopattini elettrici croce e delizia post virus

L’escalation dei feriti preoccupa anche a Bari, prima città del Sud Italia ad aver inaugurato un servizio di noleggio dei monopattini

Martedì 21 Luglio 2020, 15:47

BARI - C’era una volta il velocipede, termine che solo fino a pochi mesi fa suonava antico, desueto. Un po’ come per «congiunti», la pandemia l’ha ripescato dal passato e dal burocratese donandogli nuova vita.
Con la differenza sostanziale che ora non è più associato alle prime biciclette, quelle con la grande ruota anteriore vista in qualche film muto o in qualche dagherrotipo recuperato in soffitta, bensì al mezzo, già da molti definito infernale, che sfreccia sulle nostre strade, dove prolifera di giorno in giorno. Parliamo del monopattino elettrico, più croce che delizia delle città italiane, da Nord a Sud del Paese.
Individuato come strumento per alleggerire il trasporto pubblico in un mondo ancora obbligato a ridurre il pericolo di contagio, come rimedio per arginare il traffico-caos, come vessillifero della mobilità sostenibile, la tavoletta semovente pare invece creare più danni che benefici.

L’esercito dei monopattini cresce di giorno in giorno, anche grazie al bonus statale per acquistarli, ideato con le giuste motivazioni ricordate prima. È ormai un’invasione, che viaggia in parallelo con gli incidenti, gravi e meno gravi, causati da un utilizzo non ortodosso e dalle stesse caratteristiche del monopattino. Perché il velocipede, non più oggetto vintage, può competere con Achille piè Veloce quanto a rapidità.

Gli esperti narrano che alcuni modelli possano superare i 30 chilometri all’ora. Così in provincia di Bologna ci è già scappato il morto. E non si contano i «pattinatori elettrici» finiti in ospedale, anche in condizioni molto gravi, a seguito di cadute e scontri con auto, furgoni, pali della luce e qualsiasi altro ostacolo si presenti a chi sta sulle strade.

L’escalation dei feriti preoccupa anche a Bari, prima città del Sud Italia ad aver inaugurato un servizio di noleggio dei monopattini. Al Pronto soccorso del Policlinico ne sanno qualcosa: non passa giorno che non si debbano occupare di chi si presenta con traumi e contusioni. Non è una sorpresa: in città è tutto uno zigzagare, un andare contromano, perfino sui marciapiedi. Esplicativo dell’andazzo il video dei quattro ragazzi baresi che se ne vanno a spasso di sera allegramente e pericolosamente in bilico sul monopattino. In tanti, e non mancano adulti attempati, sembrano bambini pazzi di gioia su un triciclo. Ma il triciclo è forse più sicuro di un mezzo che non possiede il benché minimo sistema di protezione.
Chi conosce le buche di Bari e delle città pugliesi e meridionali in genere non può dormire sonni tranquilli di fronte all’invasione. L’incidente è dietro l’angolo e percorsi riservati, a mo’ di piste ciclabili, ma privi di cordoli che li separano dalla carreggiata, non abbassano il rischio di dolorosi schianti.

Il sistema frenante dei monopattini, giudicato inadeguato a un mezzo capace di raggiungere simili velocità, è uno dei tanti motivi di polemica. E l’obbligo del casco non è ancora previsto. Il fronte dei favorevoli e dei contrari si dà battaglia sulle strade come in Parlamento, dove c’è chi invoca regole più stringenti e chi teme possano disincentivare la mobilità sostenibile.
È vero: i fautori del nuovo fanno notare che in Nord America e in Nord Europa, specie nei Paesi scandinavi, i monopattini elettrici si usano da anni, anche in nome della tutela dell’ambiente. Altre latitudini, come al solito.

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