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Acquaviva, premiati medici e infermieri del Miulli

 
CARLO STRAGAPEDE

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CARLO STRAGAPEDE

Acquaviva, premiati medici e infermieri del Miulli

un momento della cerimonia a Palazzo De Mari

Nell’atrio di Palazzo De Mari, lunedì 22, si è tenuta «Miulli vs. Covid-19 - Una storia di coraggio», una serata per rendere omaggio allo spirito di sacrificio di medici, infermieri e operatori amministrativi dell’Ospedale Miulli 

Mercoledì 24 Giugno 2020, 14:50

ACQUAVIVA - Una serata per rendere omaggio al gran lavoro e allo spirito di sacrificio dei medici, degli infermieri e degli operatori amministrativi dell’Ospedale Miulli si è tenuta l’altro ieri sera nell’atrio di Palazzo De Mari, sede del Comune di Acquaviva. Una cifra su tutte: nel centro Covid del nosocomio acquavivese sono transitati in tre mesi ben 236 pazienti. La stragrande maggioranza sono guariti e sono potuti tornare a casa.

Titolo dell’evento: «Miulli vs. Covid-19 - Una storia di coraggio». L’iniziativa è stata promossa da Giovanni De Bellis e Vittorio Vetrano. Ha presentato il giornalista Francesco Iato. Il grande reparto Covid - distribuito su più piani del «Miulli» - è ancora operativo ma è stato fortemente ridimensionato. Dalla direzione dell’ente ecclesiastico hanno fatto già sapere, ai vertici della sanità regionale, che nella malaugurata ipotesi che il coronavirus si ripresenti la struttura sarebbe in grado di garantire il riavvio a pieno regime del centro Covid in 3-7 giorni. Infatti il mantra che è stato condiviso da più parti è: «Mai abbassare la guardia, il virus non si è completamente estinto».

Nella serata di lunedì sono stati premiati: il vescovo Giovanni Ricchiuti, governatore dell'Ospedale «Miulli»; il direttore sanitario Fabrizio Celani e il direttore amministrativo Nino Messina (impossibilitato a intervenire personalmente); il governatore Michele Emiliano; il sindaco metropolitana Antonio Decaro (anche lui impossibilitato a esserci fisicamente); il sindaco di Acquaviva Davide Carlucci; il dirigente della Protezione civile Antonio Mario Lerario; il dottor Vito Delmonte, primario della Rianimazione, reparto quanto mai nevralgico in piena pandemia; il dottor Franco Mastroianni, responsabile del reparto Covid; Michele Casella, responsabile dell’ufficio stampa; Daniele Prisciantelli; gli infermieri Rossana Pietroforte, Mariella Pugliese, Giulia Petrelli, Paolo Guagnano, Umberto Abruzzese e Leopoldo Fortunato, anche in rappresentanza di tutti i loro colleghi.

Tanta la commozione a Palazzo De Mari, non solo tra i protagonisti della lotta al terribile virus ma anche tra i loro familiari che per settimane hanno dovuto rinunciare alla presenza in casa dei congiunti, impegnati in corsia senza risparmio di energie. In effetti, anche al «Miulli», per contenere il rischio di contagio, molti operatori sanitari hanno trovato alloggio, per le poche - in realtà - ore di riposo, in alberghi o abitazioni trasformate in foresteria.

Emozionante la proiezione di video e foto, a documentare i momenti che hanno profondamente segnato gli ultimi mesi della vita dei sanitari dell’ente ospedaliero, sia con esperienze dolorose che con momenti di grande speranza e gioia. Tra le storie simbolo, quella del paziente bergamasco curato ad Acquaviva e guarito, e quella della neomamma positiva che ha partorito nell’ospedale. La Ozono Pec Italia, azienda che fornisce macchine a ozono per la sanificazione degli ambienti commerciali e domestici, ha donato due apparecchi al «Miulli».

Ai primi di marzo Emiliano ha chiesto al «Miulli» di diventare centro Covid. Il «sì» è stato immediato. Dense di significato, l’altra sera, le parole del vescovo Giovanni Ricchiuti, governatore dell’ente ecclesiastico: «L’operazione fatta, dal punto di vista evangelico, è “inutile”, nel senso che ci siamo impegnati al massimo senza aspettarci un tornaconto».  

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