BARI - In principio fu via Argiro (via Sparano è fuori concorso). La pedonalizzazione, da sempre nell’agenda dell’Amministrazione Decaro, insieme con la mobilità e la sostenibilità (meglio se eco), ha ricevuto una spinta niente male dalla Covid-19: con l’obiettivo di concedere spazi più ampi per tavolini, sedie e ombrelloni di bar e ristoranti, il Comune ha preparato un progetto (A stare) che riguarda vie e piazze di alcuni quartieri della città. Tra gli interventi per «l’allestimento di spazi aperti per la consumazione di cibi e bevande a distanza di sicurezza» (come si legge nel programma Open space), c’è anche la sperimentazione che coinvolge strade del quartiere Libertà, compresa la martoriata via Manzoni, sulla quale si sta per procedere nel tratto da via Calefati a via Principe Amedeo. Ma anche via Putignani (da via Manzoni a via Sagarriga Visconti) e la vicina, ma murattiana, via Cairoli (l’isolato di fronte all’Ateneo), sono, nelle intenzioni, destinate a essere vietate alla circolazione a tempo più o meno determinato.
LE REAZIONI Una nuova polemica, però, rischia di esplodere dopo le rimostranze successive alla realizzazione della pista ciclabile leggera in corso Vittorio Emanuele. Per evitare le medesime reazioni, forse sarebbe il caso di prendere in considerazione le osservazioni già espresse dai commercianti del Libertà e riportate al Municipio 1 dal consigliere dell’ente decentrato Giuseppe Corcelli (Pd). Di Open Space si è già discusso nella Commissione congiunta del 1° giugno scorso. «Non sono d’accordo - afferma Corcelli - perché chiudendo i segmenti di via Manzoni e via Putignani si andrebbero a perdere circa 80 posti auto. Sono invece favorevole alla chiusura di via Barletta e via Altamura perché così garantiremmo più sicurezza intorno a piazza Risorgimento, attualmente pedonale. Per quanto riguarda via Cairoli, strada sempre coinvolta nel progetto Open Space, chiudere significherebbe bloccare un’arteria importante che, non avendo semafori, fa defluire il traffico fino a piazza Prefettura favorendo il decongestionamento».
LE FIRME Anche stavolta Corcelli ha fatto da collettore delle contrarietà di commercianti e cittadini. Ma a raccogliere materialmente le firme, da presentare al sindaco, per manifestare formalmente la contrarietà all’iniziativa, è, soprattutto, Gaetano Nitti, titolare dell’edicola posta proprio davanti a piazza Risorgimento, una… sentinella privilegiata proprio nel cuore di via Manzoni e di fronte a via Putignani. «Finora - dice - abbiamo raccolto più di cento firme: una quarantina di commercianti e una settantina di residenti. Se chiudessero le strade avremmo innanzitutto un problema di sicurezza. Già le forze dell’ordine si vedono col lumicino e mai nelle ore serali più critiche… Perdere poi i parcheggi a rotazione (nella zona ci sono le strisce blu - n.d.r.) significherebbe ridurre le vendite. Ora i clienti lasciano velocemente la macchina e acquistano la Gazzetta, oppure vanno in vineria, riempiono la damigiana e scappano». «Non solo - afferma Massimo Franz, dipendente del negozio di abbigliamento Concept - qui le strade sono sporche e rotte, molti edifici sono fatiscenti. Chi passeggia vuol vedere qualcosa di bello, non macerie, negozi chiusi e oscurità».
IL SONDAGGIO Vito Lerario, titolare di Tania calzature, da 58 anni in via Manzoni nonostante la crisi inesorabile delle attività commerciali, concorda. Riferisce di aver fatto un sondaggio: il 95 per cento è contrario alla pedonalizzazione. «Assolutamente sbagliato chiudere in maniera secca. I nostri clienti arrivano anche da altri quartieri e dalla provincia. Già la zona non è facilmente raggiungibile. Vogliamo peggiorare la situazione, peraltro in questo momento di emergenza? Sembra si vada a caccia di aree da rendere pedonabili e ciclabili. Noi abbiamo chiesto una riqualificazione, non la chiusura del traffico. Non siamo neanche raggiungibili con i mezzi pubblici. Si parla tanto di democrazia partecipata, in realtà qui non è venuto nessuno a chiederci un parere. Anzi, abbiamo chiesto un incontro, ma non ci è stato concesso». «Non ha senso chiudere due isolati dove non ci sono più attività commerciali - rincara Carlo Paolini, presidente dell’Arca e componente del Comitato residenti di via Manzoni -. Semmai dobbiamo abbattere i marciapiedi, mettere le panchine e il verde portando le famiglie a passeggiare. Così si può favorire il rilancio e poi eventualmente riparlarne. Ma la verità sostanziale è che non si capisce quale visione urbanistica abbia il Comune del quartiere Libertà. Le luci in Piazza Risorgimento, scambiata per un campo da calcio, o la pedonalizzazione di Piazza Redentore restano interventi senza contesto. Se si è deciso di pedonalizzare via Manzoni e via Putignani solo per dare la possibilità di metter fuori due tavolini e quattro sedie, allora siamo fuori strada. Bari non può essere il luogo di bar, ristoranti e pizzerie».
LA... BENEDIZIONE Mirella Saracino, nuora della titolare della pasticceria Isa, al primo isolato di via Putignani, rappresenta una delle poche voci da ascoltare (perché altri esercizi non ce ne sono). «Massimo disaccordo - risponde nettamente -. I nostri clienti, anche chi viene da Poggiofranco, da Japigia o dal San Paolo, dovrebbero lasciare la macchina chissà dove. I fornitori non saprebbero come scaricare. Con i mezzi pubblici arrivi al massimo in via Crispi o in via Quintino Sella. Se ci tolgono i parcheggi è finita». La preoccupazione è condivisa anche da suor Paola Ancona, dirigente scolastica dell’istituto paritario Santissimo Rosario (scuola materna e dell’infanzia). «A me risulta che la decisione di pedonalizzare questo tratto sia stata già presa e sarà definitiva. Lo dico nella mia pochezza: essere isolati significa rischiare la chiusura della scuola. Come faranno i genitori ad accompagnare i bimbi? Siamo sicuri che i ragazzi che giocano a pallone in piazza Risorgimento non si riverseranno qui? Io non voglio andare contro nessuno ma ho voluto dire la mia». Alla... benedizione finale ci pensa don Oliviero Magnone, parroco del Preziosissimo Sangue in San Rocco. L’ingresso della chiesa è in via Sagarriga Visconti, ma in via Putignani c’è l’accesso per le auto anche di chi usufruisce degli uffici della comunità dei missionari. «Chiudere via Manzoni e via Putignani ci isolerebbe proprio. Si creerebbe uno scompenso incredibile. Poi vorrei capirne la finalità. Non ci sono grossi esercizi commerciali. Semmai rischiano di morire quelli che restano, così come la scuola di suor Paola». Amen.