BARI - La solidarietà è un fiume in piena ai tempi del Coronavirus. Così la descrive l’assessore al Welfare Francesca Bottalico snocciolando numeri che parlano da soli, fotografando in pieno l’emergenza inattesa e inedita: «Il Comune ha sborsato una somma che si avvicina al milione e 800 mila euro messo a disposizione dal governo. Poi ci sono 300 mila euro che provengono da donazioni private».
Riuscire a raggiungere tutti coloro i quali hanno bisogno non è facile.
«Attraverso il lavoro dei Servizi sociali, supportato da forze dell’ordine, farmacisti, addirittura scuole e giovani universitari, siamo riusciti a scoprire il doppio dei casi di povertà rispetto alla fase precedente all’epidemia. Ci arrivano fino a 600 segnalazioni al giorno di richieste di aiuto. A darci notizia di questi casi sono anche i vicini di casa delle persone in difficoltà. C’è gente che, per vergogna, mi scrive in privato sui social network».
In tanti si sentono coinvolti nello sforzo di solidarietà.
«Per restare ai numeri le cito i 90 assistenti sociali, i 200 operatori sociali in strada, i 700 volontari. Tutti forniti ovviamente di dispositivi di sicurezza. E poi ripeto: la Protezione civile, le forze dell’ordine, le associazioni di volontariato, i cittadini. Senza questa forza non avremmo potuto mai fronteggiare 40 mila richieste di intervento in 35 giorni, dall’inizio del blocco di tutte le attività imposto dal governo per fronteggiare l’epidemia».
In 40 mila interventi sarà contemplato di tutto.
«L’elenco è sterminato. Dal primo giorno dell’emergenza abbiamo messo in piedi un modello di assistenza, ascolto e intervento. E si è pian piano allargata la rete della solidarietà pubblica e privata, senza seprazioni o differenze. Perché non è questione solo di generi alimentari. Le richieste di aiuto sono infinite. E non escludiamo nessuno: dagli anziani soli ai rom».
Ci faccia qualche esempio.
«La distribuzione dei farmaci a domicilio, grazie al protocollo d’intesa con l’Ordine dei Farmacisti. L’ossigeno per le persone che hanno bisogno di cure extra-covid 19, l’assistenza ai pazienti positivi e ai loro famigliari grazie a medici volontari e assistenti sociali. I kit alimentari per i più poveri. L’aiuto psicologico soprattutto a chi è solo. C’è una squadra di psicologi in campo e sei numeri utili attivi. E c’è il progetto “Tempo verde” che permette alle famiglie, per esempio, di ragazzi autistici, di concedere loro spazi verdi pubblici per un’ora. Le famiglie possono recarsi in queste aree e accedervi una alla volta. Del servizio possono beneficiare anche le famiglie di persone che hanno altri problemi psichiatrici e per i quali la permanenza tra le mura domestiche rappresenta un problema serio da gestire. Poi il sostegno ai senza fissa dimora. L’impegno in loro favore è massimo tenuto conto che è difficile gestirli abituati come sono a stare all’aperto e non nelle strutture. Attenzione perché, come dicevo, la forbice della povertà si è allargata.
Esiste anche chi “bluffa”?
«Ci sono, ci sono. Possiamo chiamarli i “furbetti della povertà” e li stiamo stanando».
Ed esiste chi si è trovato nei guai all’improvviso.
«Lo dicevo in precedenza. Bisogna fare molta attenzione al divario sempre più ampio generato dalla crisi economica che l’epidemia da Coronavirus ha generato. Quando parlavo della mole enorme di segnalazioni mi riferivo anche a questo e all’emersione di casi nei quali ci troviamo di fronte a persone che un lavoro magari ce l’avevano, pur precario, magari avevano un negozio, erano partite Iva e di colpo si sono trovate davvero in una situazione drammatica e hanno bisogno del nostro aiuto in tempi rapidi per evitare il peggio».