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Barese appena tornato da Wuhan: «ecco cosa sta succedendo in Cina»

 
G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

Barese appena tornato da Wuhan: «ecco cosa sta succedendo in Cina»

Foto Ansa

La testimonianza di Beppe Serino da 30 anni tra le due sponde del mondo

Sabato 25 Gennaio 2020, 17:21

21:02

BARI - La prima segnalazione del virus 2019-nCoV, per il quale l’Organizzazione mondiale della sanità non ha ancora stabilito «l’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale», è del 31 dicembre scorso a Wuhan, 11 milioni di abitanti, capoluogo della provincia di Hubei, Cina Centrale. Per quanto ci si affanni a rassicurare e a evidenziare che un’epidemia in Europa sia improbabile, i quasi nove mila chilometri di distanza da Bari si riducono in realtà a una decina di ore di viaggio in aereo. Ciascuno di noi può testimoniare di aver incontrato un barese in capo al mondo. In questo caso, in Estremo Oriente ci sono concittadini che soggiornano, lavorano, transitano periodicamente anche a Wuhan.

IL VIAGGIATORE Beppe Serino, 54 anni, si occupa di intermediazione tra aziende pugliesi e cinesi. Da quasi 30 anni fa la spola dal capoluogo pugliese alle metropoli della Repubblica Popolare. Rientrato a Bari venerdì 17 (sano e salvo, nonostante il giorno...), ha trascorso circa una settimana in Cina, passando per Wuhan e rientrando da Canton (Guǎngzhōu i locali). «Già il giorno 11, giorno della mia partenza - racconta - all’aeroporto di Fiumicino c’erano locandine del ministero della Salute per informare della diffusione di polmoniti in corso. Al momento del check-in le hostess ci hanno ribadito i rischi cui andavamo incontro, consigliandoci, qualora ci fossero stati casi sospetti, di rivolgerci alle autorità sanitarie. Io non potevo decidere di rinunciare, avevo appuntamenti di lavoro».

IL PRECEDENTE Per il nostro... inviato in Cina non è stata la prima volta di un incontro ravvicinato con un virus pericoloso. «Ho rivissuto - ricorda - la stessa situazione del 2003 con la Sars (la sindrome acuta respiratoria grave, che condivide parte del patrimonio genetico con il nuovo coronavirus: causò 813 decessi e 8.437 contagi in una trentina di Paesi - n.d.r.). Ci sono state anche stavolta esattamente le stesse dinamiche. Nessuno ha avuto consapevolezza di quello che stava accadendo. Poi, una volta scattate l’emergenza e l’informazione capillare, tutto è cambiato, come abbiamo visto: le città sono spettrali. Ricordo che nel periodo della Sars, dato l’allarme, cambiò idea anche chi, incontrandoci in albergo con le mascherine, diceva con tranquillità: non starai esagerando? La polizia in autostrada fermava gli automobilisti per misurare con gli scanner la temperatura corporea. E tutto questo avveniva anche negli alberghi, negli aeroporti e altrove dalla mattina alla sera».

IL RITORNO Serino non tornerà in Cina almeno fino alla fine di febbraio. In questo periodo, poi, da quelle parti si ferma tutto: oggi è Capodanno. «Inizia - informa - l’anno del topo. Generalmente gli spostamenti interni sono centinaia di milioni al giorno. Immaginate cosa avviene nel periodo di festa, anche se stavolta hanno giustamente sospeso tutte le iniziative. Ma quel che è peggio è che milioni di cinesi convergono da tutti i Paesi del mondo, Italia compresa. Chi ha potuto permetterselo ha affidato la gestione dei negozi di Bari e provincia a persone di fiducia pur di tornare a casa. Non so dire se qualcuno abbia raggiunto proprio Wuhan prima dell’isolamento, ma suppongo proprio di sì. Poi dovranno pur tornare qui. Ovviamente questo può non significare nulla, del resto ci saranno controlli serratissimi. Però, la morale è che 8mila chilometri sono un’inezia per un virus ancora sconosciuto come il 2019-nCoV. Si chiama così, vero?».

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