Una presenza non da bollino rosso ma da non sottovalutare. E’ quella dell’Ostreopsis ovata, la cosiddetta alga tossica la cui presenza sul litorale a Sud di Bari è stata segnalata nelle scorse ore dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) della Puglia. Il sistema di sorveglianza, che risponde alle indicazioni contenute nelle linee guida del Ministero della Sanità «Gestione del rischio associato alle fioriture di Ostreopsis ovatanelle coste italiane», segnala la fioritura di questa alga sul tratto a sud di Mola, la cui postazione di prelievo è stata fissata nei pressi della ditta Iom-ex Sansolive. I parametri microbiologici rilevati sono tuttavia rassicuranti: «298 le cellule per litro presenti sul fondale (presenza considerata al di sotto del limite) e 0 in superficie» il responso degli ispettori dell’Agenzia. Sotto controllo la situazione anche nell’altro punto di monitoraggio sul litorale a Sud di Bari: a Monopoli, nello specchio di mare su cui si affaccia il castello di Santo Stefano, i dati Arpa parlano di «10.741 cellule per litro sul fondale» (concentrazione considerata di «modesta entità») e 481 cellule per litro in superficie («scarsa presenza» la valutazione dell’Arpa).
Non sono mancati, tuttavia, «casi di malessere transitorio, riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti, congiuntiviti» nel giorno di Ferragosto quando, in concomitanza di elevate concentrazioni di Ostreopsis nelle acque e sui fondali, e soprattutto dopo le mareggiate (favoriscono la formazione di aerosol marino, che può diffondere la tossina nell’aria) provocate dal forte vento di maestrale, molti vacanzieri presenti sulle spiagge di Mola, Polignano e Monopoli hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari in servizio ai pronto soccorso e alle guardie mediche della zona. «Nel caso di certificata fioritura di Ostreopsis, evitare lo stazionamento lungo le coste rocciose durante le mareggiate – comunica Arpa Puglia nella sua nota - e limitare il consumo a scopo alimentare di organismi quali, ad esempio, i ricci di mare. Infatti i ricci, a causa della loro eco-biologia (brucano sulle alghe) potrebbero potenzialmente accumulare la tossina».