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Polemica convegno Moro a Bari, Grassi: «Franceschini, ex brigatista, viene a chiedere scusa»

 
Redazione online

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Bari, convegno col fondatore delle Brigate Rosse: protestano familiari vittime

Così Gero Grassi, ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro: «Franceschini non ha mai ucciso nessuno»

Lunedì 11 Marzo 2019, 15:51

17:08

«Alberto Franceschini, brigatista che non ha mai ucciso nessuno, viene a dire 'scusate, abbiamo sbagliato, non copiateci'». Così Gero Grassi, ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, risponde alle polemiche dei giorni scorsi sulla partecipazione dell’ex brigatista ad uno degli eventi organizzati dal Consiglio regionale della Puglia per ricordare lo statista pugliese, in programma il prossimo 14 marzo. Grassi ne ha parlato con i giornalisti a margine della inaugurazione della mostra dedicata ad Aldo Moro nella nuova sede del Consiglio regionale.

«Non c'è un incontro del 14, c'è un progetto 'Moro educatore' - precisa Grassi - nel quale per due anni magistrati, procuratori nazionali antimafia, professori universitari spiegano ai docenti di Puglia che cos'è il caso Moro. Una di queste puntate è con Alberto Franceschini, uno che dice che in via Fani non c'erano solo le Brigate rosse, dice che le Brigate rosse sono state utilizzate da servizi segreti italiani e stranieri per uccidere Moro, quindi credo che sia una voce autorevole in un campo nel quale noi abbiamo bisogno di recuperare la verità».
«Rispetto alla conclusione della commissione di inchiesta, nessuno si indigna - continua Grassi - che esiste un filmato che ci dice chi ha rubato la borsa di moro in via Fani. Quel filmato dice che la borsa l’ha presa un ufficiale dei carabinieri, che era scortato da due generali dell’Esercito».
«Credo - conclude - che l’indignazione del Paese debba essere di gran lunga superiore rispetto a polemiche strumentali».

«Voglio un incontro ma deve essere prima di tutto un confronto dove dicano le verità ai familiari delle vittime e a chi ha indagato e vissuto quegli anni sulla propria pelle. Sono pronto a guardare negli occhi non solo Franceschini ma addirittura Enrico Galmozzi, il killer di mio zio, perché finora comunque non ho mai visto nessuno andare a chiedere perdono davanti a una delle tombe delle persone da loro brutalmente uccise». Così Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta, poliziotto ucciso nel 1977 da Prima Linea, risponde a Gero Grassi che è intervenuto sulla polemica nata in seguito all’invito di Alberto Franceschini, tra i fondatori delle Br, ad un convegno su Aldo Moro a Bari.
«Domani è l’anniversario dell’omicidio Ciotta - continua -, aspetto Enrico Galmozzi al cimitero di Ascoli Satriano dove mio zio riposa da 42 anni». Perruggini si dice poi disposto ad "incatenarsi per non consentire l’accesso al teatro dove di terrà l’evento», giovedì prossimo.

LA MOSTRA - In 84 pannelli allestiti nell’agorà della nuova sede del Consiglio regionale della Puglia è raccontata la cronaca dei 55 giorni di prigionia di Aldo Moro e quello che ne seguì. L’esposizione dal titolo «Aldo Moro: per ricordare», con una pagina del Corriere della Sera e gli altri 83 pannelli che riproducono le pagine ingiallite della Gazzetta del Mezzogiorno di quei giorni, sarà aperta fino alla prima decade di maggio. Alla cerimonia di inaugurazione della mostra hanno partecipato circa 300 studenti di sei scuole superiori della provincia di Bari. «A distanza di quarant'anni, il sacrificio di Moro, coi suoi terrificanti segreti non ancora svelati, ci ha consentito di leggere negli occhi degli studenti l'incredulità e lo sgomento di chi viene a conoscenza, per la prima volta, di quel periodo tragico» ha detto il presidente del Consiglio regionale pugliese, Mario Loizzo.

Per Gero Grassi, ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, lo statista pugliese rappresenta un "patrimonio dell’umanità che il Consiglio regionale della Puglia sta riattualizzando ed esportando nel mondo scolastico, in quello associativo, in quello delle biblioteche, in Puglia e in Italia». Il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe De Tomaso, ha ricordato come la figura di Moro abbia «inciso non soltanto sulla storia del Paese, della Dc e del Sud ma anche della Gazzetta del Mezzogiorno, perché in un’altra circostanza in cui il giornale si trovava a vivere un momento molto difficile, Moro riuscì a trovare una soluzione», auspicando che «la lezione di Moro serva di aiuto morale ma anche come formula per uscire dalle secche societarie in cui ci troviamo oggi».

Per il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Anna Cammalleri, «la verità è libertà e per questo cerchiamo di diffondere tra gli studenti la conoscenza di quegli eventi». La cerimonia si è conclusa con la consegna di premi, su iniziativa dell’Associazione Consiglieri regionali, a sei componenti del Consiglio regionale della prima legislatura costituente (1970-75) e a tutti i presidenti di Giunte e Consigli regionali, dall’istituzione alla nona legislatura. È stato ricordato anche il poliziotto Francesco Zizzi di Fasano, agente della scorta di Moro, ucciso in via Fani, il 16 marzo 1978.

M5S: PATROCINIO CONSIGLIO INOPPORTUNO - I consiglieri regionali pugliesi del M5S annunciano una interrogazione al presidente Emiliano e all’assessore Nunziante sul ruolo di Gero Grassi nelle iniziative dedicate ad Aldo Moro e ritengono «inopportuno» il patrocinio del Consiglio regionale ad un evento con l’ex brigatista Alberto Franceschini.
«Siamo assolutamente favorevoli a tutte le iniziative per ricordare Aldo Moro - dicono in una nota i consiglieri regionali pentastellati - ma ci chiediamo se sia opportuno affidare tutti i progetti del Consiglio Regionale dedicati allo statista, a Gero Grassi (ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, ndr), dopo che Maria Fida Moro lo ha diffidato dal 'parlare pubblicamente, in modo inopportuno e blasfemo, della terribile agonia e della mortè di suo padre». "Ci chiediamo come mai a iniziative così importanti - continuano - non prenda parte anche Maria Fida Moro, che più volte ha chiesto di essere ricevuta dal Presidente Emiliano, senza ricevere alcuna risposta. Così come ci sembra quantomeno inopportuno che il Consiglio dia il patrocinio ad un incontro con la partecipazione di Alberto Franceschini, il fondatore delle Brigate Rosse, organizzato per il 14 marzo nell’ambito del progetto 'Moro: Educatorè». Il M5S pugliese evidenzia, inoltre che «il link con la locandina dell’evento è stato cancellato dal sito del Consiglio regionale ma di certo questo non basta. Se il presidente Loizzo è convinto della bontà dell’incontro che senso ha farlo sparire dal sito?».

COMUNE DI TERLIZZI DISERTA - Il Comune di Terlizzi non ha partecipato questa mattina alla cerimonia di inaugurazione della mostra «Aldo Moro: per ricordare», annunciando che non prenderà parte anche ai prossimi eventi dedicati allo statista pugliese organizzati dal Consiglio regionale. «Una forma di dissenso - è spiegato in una nota - legata alla scelta, sempre da parte del Consiglio regionale pugliese, di promuovere altri due eventi dedicati alla figura di Aldo Moro che si terranno il prossimo 14 marzo, entrambi con la presenza di Alberto Franceschini, fondatore delle Brigate Rosse».
«I grandi uomini del nostro tempo si ricordano attraverso lo studio della storia e il racconto delle loro azioni, - dice il sindaco, Ninni Gemmato - non certo facendo salire sul palco e facendo entrare in un’aula di scuola personaggi discutibili fautori di una stagione di terrore che seminò sangue nel nostro Paese». «Chiedo a tutte le autorità istituzionali regionali - dice il sindaco - di rivedere l’organizzazione di questi eventi per non offendere la memoria delle vittime delle Brigate Rosse e il dolore delle loro famiglie».

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