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Prostituzione minorile allo stadio San Nicola, altri tre arresti

 
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Prostituzione minorile allo stadio San Nicola, altri tre arresti

Una pattuglia dei carabinieri all'esterno dello stadio San Nicola di Bari

Tre incensurati della provincia di Bari arrestati dai carabinieri nell'ambito dell'indagine della Procura di Bari su presunto giro di prostituzione minorile

Venerdì 11 Maggio 2018, 09:29

12 Maggio 2018, 09:37

PROSTITUZIONE MINORILE A BARI - Avrebbero adescato minorenni su internet per compiere con loro atti sessuali in cambio di pochi spiccioli nelle vicinanze dello stadio San Nicola di Bari. Tre incensurati della provincia di Bari sono stati arrestati dai carabinieri nell’ambito della più ampia indagine della Procura di Bari su un presunto giro di prostituzione minorile che nei mesi scorsi ha portato ad altri tre arresti. Sono finiti in carcere un 58enne e un 51enne e agli arresti domiciliari un 46enne, tutti residenti in comuni della provincia.

Le indagini sono iniziate all’inizio del 2017 e portarono il 12 aprile successivo all’arresto di due anziani baresi accusati di aver avuto rapporti sessuali in cambio di denaro con un 13enne di etnia rom. I due sono stati già condannati in primo grado alla pena di 6 anni di reclusione ciascuno. Nei mesi scorsi è stato poi arrestato un ristoratore 45enne per atti sessuali con un altro minorenne avvenuti sempre nelle vicinanze dello Stadio.

Il presunto giro di prostituzione minorile, che avrebbe coinvolto anche ragazzini di tenerissima età, era stato portato alla ribalta dal servizio giornalistico del programma «Le Iene», andato in onda il 19 marzo 2017, le cui immagini avevano ritratto diverse scene di adescatori e minorenni appartati nelle aree di parcheggio dello stadio. Le indagini, al momento della diffusione del servizio giornalistico, erano state già avviate e avevano portato tra l'altro anche all’allontanamento di alcuni minorenni dalle famiglie rom: i ragazzini erano stati poi ospitati in strutture protette.

Le indagini dei Carabinieri, coordinate dal pm Marcello Quercia, si sono avvalse di intercettazioni, perquisizioni e sequestri presso le abitazioni degli indagati e di una consulenza informatica, e hanno consentito di documentare "intense attività di procacciamento di minori con l’utilizzo dei social network in circuiti amicali selezionati, i cui appartenenti erano accumunati dalla medesima devianza sessuale".

«Le vittime - spiegano gli investigatori - erano quasi sempre minori provenienti dalle fasce meno abbienti della popolazione, spesso con passati tristi alle spalle, calpestati nella dignità e nel rispetto, in cambio di pochi spiccioli». «Le indagini sul giro di prostituzione minorile proseguiranno - concludono gli investigatori baresi - per approfondire tutti gli spunti investigativi raccolti dall’analisi dei reperti informatici e dei messaggi e foto scambiate tramite i social network».

QUATTRO LE VITTIME -  Sono quattro i minorenni vittime delle attenzioni sessuali dei tre baresi arrestati oggi dai Carabinieri per presunti reati commessi tra il 2014 e il 2017: due sono di etnia rom e due italiani. Tre di loro oggi sono maggiorenni. Le indagini sono partite dall’analisi dei tabulati telefonici e delle chat trovate sui telefoni dei due rom e in particolare del più piccolo, all’epoca dei fatti 13enne e ancora oggi minorenne e collocato in una comunità protetta. Il ragazzino era la vittima dei due anziani arrestati un anno fa. Sul suo cellulare gli investigatori hanno trovato centinaia di contatti con diversi soggetti, tutti uomini adulti, tra i quali due degli uomini arrestati oggi, un insegnante privato di musica 58enne e un pasticcere 51enne, entrambi finiti in carcere per i reati, a vario titolo contestati, di atti sessuali con minore, sfruttamento della prostituzione, produzione e detenzione di materiale pedopornografico. 

Dall’analisi dei dispositivi informatici del pasticcere, pc e telefono, sono emerse numerose conversazioni con un terzo soggetto, il 46enne finito ai domiciliari, accusato dello sfruttamento della prostituzione di due minorenni italiani. I due si scambiavano foto e video.

L'INSEGNANTE DI MUSICA - Fotografava soprattutto le gambe dei bambini in pantaloncini l’insegnante privato di musica 58enne arrestato oggi dai Carabinieri di Bari per atti sessuali su minore, sfruttamento della prostituzione, produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Oltre a lui è finito in carcere un pasticcere 51enne e ai domiciliari un amico 46enne di quest’ultimo, tutti della provincia di Bari.

Sul telefono dell’insegnante di musica gli investigatori, coordinati dal pm Marcello Quercia, hanno trovato più di 20mila fra foto e video, in gran parte autoprodotti, che ritraevano parti del corpo di bambini, come le gambe, su mezzi pubblici o per strada. Sono stati trovati sui dispositivi di tutti e tre gli indagati numerosi video pedopornografici scaricati da internet. I contatti con le giovanissime vittime avvenivano tramite le chat di Whatsapp e Facebook, mentre l’adescamento su social network come Badoo. Il 46enne si sarebbe messo in contatto anche con minorenni fuori regione (accertato il coinvolgimento di un 16enne campano), facendo poi da tramite tra questi ragazzi e altri clienti.

5 EURO IN REGALO - Cinque euro, un pacco di sigarette e un profumo sarebbero stati i beni dati in cambio di prestazioni sessuali complete ai minorenni dai tre incensurati baresi arrestati oggi dai Carabinieri. Nell’ordinanza a firma del gip del Tribunale di Bari Giovanni Anglana sono riportate le intercettazioni telefoniche che hanno consentito di accertare e confermare i sospetti degli inquirenti, già supportati dai racconti dei ragazzi vittime, ascoltati nel corso delle indagini.

È emerso che gli atti sessuali avvenivano sempre in auto, in zone di campagna. Nel caso dei minorenni rom l’appuntamento avveniva nella zona dello stadio San Nicola di Bari, mentre per i due italiani, entrambi appartenenti a famiglie umili secondo gli inquirenti ignare di tutto, avveniva alle periferie delle loro città di residenza, una nel Barese e l’altra nella Bat. In cambio di quei rapporti sessuali i minorenni ricevevano piccoli regali e pochi euro. Con alcuni di loro l’attività di sfruttamento della prostituzione sarebbe proseguita anche quando ormai i ragazzi erano diventati maggiorenni.

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