Dopo oltre mezzo secolo, 53 anni dopo. L’Italia torna a dominare il calcio europeo. «Football is coming home». In Italia, dove si vive di calcio, dove si respira calcio, dove il calcio è una questione dalla quale non si può prescindere. Su Wembley il cielo plumbeo e uggioso si colora d’azzurro. Non era previsto ed è per questo ancora più bello. In 120 minuti c’è tutto il «dna» del calcio manciniano. C’è sofferenza, c’è gioco, c’è volontà. E c’è anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai e aiuta gli audaci.
Dopo oltre mezzo secolo, 53 anni dopo. L’Italia torna a dominare il calcio europeo. «Football is coming home». In Italia, dove si vive di calcio, dove si respira calcio, dove il calcio è una questione dalla quale non si può prescindere. Su Wembley il cielo plumbeo e uggioso si colora d’azzurro. Non era previsto ed è per questo ancora più bello. In 120 minuti c’è tutto il «dna» del calcio manciniano. C’è sofferenza, c’è gioco, c’è volontà. E c’è anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai e aiuta gli audaci. Aiuta, dunque, anche un «cittì», Roberto Mancini, che ha avuto il coraggio di rivoltare mentalità e costumi tecnici di una Nazionale sfiduciata, uscita a pezzi dal fallimento delle qualificazioni mondiali 2018. Mancini, il commissario tecnico «visionario». Vincere giocando bene.
Tre anni di ricostruzione, tre anni di lavoro, di ristrutturazione. Una squadra che è diventata di tutti, sostenuta da tutti. Una squadra col sorriso, spontaneamente simpatica. Una scommessa vinta anche dal presidente federale Gravina, un uomo della Puglia. L’Inghilterra, Londra, possono attendere. Non è ancora arrivato il loro momento.
Ma il segnale inequivocabile, volato via da questo torneo itinerante, è che l’Italia è tornata. Prepotente, bella e possibile. Meravigliosa.
Un altro dato importante. La Nazionale è il prodotto finale e diretto del campionato. Vero è che il miglior giocatore azzurro è stato Jorginho fresco vincitore della Champions, che Verratti gioca nel Psg e che anche Emerson gioca nel Chelsea; ma è altrettanto vero che l’epilogo dell’Europeo dice chiaro e tondo che anche la Serie A sta tornando, lentamente, ai livelli di un tempo, cioè alla pari, o poco sotto, i maggiori campionati i continentali. Di certo la Premier League è più ricca, di soldi e di talenti, di giocatori di prima fascia. Ma la A, anche grazie a questa impresa senza precedenti, sta dimostrando di poter tornare su grandi livelli.
La sensazione? La sensazione è che questa Nazionale abbia appena cominciato il suo percorso di crescita, di vittorie. La montagna Wembley è stata scalata. Come faceva Pantani. Con rabbia. Con classe. Con la testa e con le gambe.