«Stop agli aspiranti volontari del vaccino». In poche ore, l’Asl di Barletta, Andria, Trani è stata costretta a innalzare un neanche tanto metaforico cartello per fermare la valanga delle oltre 2mila dichiarazioni di disponibilità a sottoporsi alla sperimentazione del preparato italiano anti Covid, Reithera.
Altro che titubanze da Astra Zeneca! Dopo gli «effetti collaterali» emersi e analizzati nei giorni corsi, con morti sospette ed illustrazione di dati statistici che tali sospetti fugavano, è seguita una «pausa di riflessione» nella campagna vaccinale in Italia e nei principali Paesi europei, Germania in primis, che pareva quasi in grado di anestetizzare la corsa contro il tempo per arginare la pandemia.
E, invece... Invece, oltre a non aver bloccato l’afflusso di aspiranti desiderosi di sottoporsi alla vaccinazione antiCovid (con i preparati già esistenti), si è innescata (almeno in questa porzione di Puglia) una vera e propria corsa ad offrire il proprio braccio per sperimentare l’efficacia della via italiana alla lotta al Coronavirus.
Come leggere la vicenda? S’è desto, come la primavera, «un nuovo senso del dovere» applicato alla comune battaglia contro la pandemia oppure, più prosaicamente, il braccio da offrire alla patria è attratto anche dal compenso (800 euro) che lo sperimentatore umano porterà a casa?
A sentire alcuni dei 2mila volontari (ne parliamo a pagina 3 dell’edizione Nazionale), c’è da essere ottimisti. Sembra che sì, stia venendo fuori la «faccia chiara della luna». Dice una delle persone ascoltate: «Faccio da anni il presidente di seggio: lo considero un dovere civico. Non è certo il compenso non proprio generoso che viene riconosciuto a spingermi ad ogni consultazione elettorale a districarmi tra schede, plichi e regolamenti. Così stavolta ho ritenuto opportuno rendermi utile alla collettività, mettendo il mio corpo a disposizione per testare il rimedio antiCoronavirus». Timori, dubbi, perplessità? «La supervisione dell’Istituto Spallanzani mi basta e avanza per essere fiducioso sulla validatà della sperimentazione».
Eppure, in tempi magrissimi come quelli che stiamo vivendo, anche 800 euro per il disturbo di sottoporsi alla verifica del vaccino prossimo venturo non sono proprio da disdegnare. Al Sud (e anche dalle nostre parti), secondo dati Bankitalia dell’estate 2020, la disoccupazione colpisce il 18% della forza lavoro. In numeri assoluti: 1 milione e 400mila persone. Per gli under 35, ahinoi, la cifra sale ancora fino ad arrivare al 34% della forza lavoro e a 1 milione e 700mila giovani. Dicono dall’ospedale di Bisceglie, dove si trova il quartier generale incaricato di testare il vaccino Reithera: «Difficile analizzare oltre 2mila adesioni all’iniziativa. Diciamo che si tratta di soggetti giovani o giovani adulti, che non prevedono di poter accedere in tempi brevi ai vaccini già in commercio e vogliono contribuire a renderne disponibile uno nuovo».
Insomma, visto che ieri abbiamo celebrato il «Dantedì», verrebbe da dire che no, non è che «più che 'l dolor poté 'l digiuno», né che la «ricompensa» fa sempre e comunque aggio sul senso di appartenenza e sul dovere civico. E, anche se fosse una miscela variamente assortita, andrebbe comunque bene contro il nemico invisibile e invasivo che ancora zavorra il nostro presente.