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Il paradiso può attendere ma speriamo nel miracolo

 
 roberto calpista

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roberto calpista

Controlli anti-Covid: a Bari sanzioni raddoppiate rispetto a un mese fa

Le misure anti virus sono come le diete, se ne fai una rigida ma breve, poi ricominci a mangiare e ti ritrovi più grasso di prima

Sabato 09 Gennaio 2021, 15:56

L’orgoglio di un’Italia che però non riesce a tirar fuori gli attributi e dire come stanno le cose sul Covid. Ci va giù duro Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità: «C’è un incremento della velocità di crescita dei casi, come indica l’indice Rt che è sopra 1 in molte regioni». Ma lui è un tecnico, può consigliare la linea, poi deve decidere la politica. Che procede, invece passo dopo passo. Certo il professor Galli, ordinario di Malattie infettive all’Università di Milano e primario del «Sacco» s’è sfogato: «Troppe libertà, ora stiamo pagando gli errori di Natale».

A Natale abbiamo pagato gli errori del tardo autunno. Poche settimane prima pagavamo quelli - da psicopatici - dell’estate scorsa. In futuro, c’è da scommettere, pagheremo per Carnevale, Pasqua e - senza dubbio - luglio e agosto 2021. Tantè.

Per ora siamo arancioni oggi e domani, poi dovremmo tornare gialli, sulla base dell'ultimo monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute. Tutti gialli da lunedì fatta eccezione per Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Calabria e Sicilia che restano arancione. Con Puglia, Lazio e Liguria in bilico. Nel frattempo si discute se riaprire le scuole, anzi si cerca di riaprirle, sulla spinta di mamme epidemiologhe e infettivologhe pronte a sfidare gli esperti, quelli veri, che continuano a sgolarsi: «Così si produce un’onda epidemica non contenibile».

In realtà con i numeri che ci sono l’attuale onda è già non contenibile e noi, che abbiamo capito tutto, ci limitiamo ad aggiungere danno al danno, perfettamente consapevoli che non verremo fuori. E poi diciamola tutta: è vero che a Natale-Capodanno-Epifania molti hanno esagerato ma, a parte pochi casi eclatanti, sono mancati del tutto i controlli delle forze dell’ordine. E gli italiani, è noto, con la carota hanno sempre bisogno del bastone.

Le misure anti virus sono come le diete, se ne fai una rigida ma breve, poi ricominci a mangiare e ti ritrovi più grasso di prima. Nel caso sarebbe più utile capire cosa si può mangiare e cosa deve essere assolutamente evitato. La teoria dei cromatismi, invece ha creato dei buchi subito occupati dagli italiani, la cui unica ragione di vita sembra essere l’assembramento. Il coronavirus ci gongola, trova un spazio e lo occupa.

Chi deve decidere invece, rimanda. Così come la stretta è rimandata al Dpcm che dovrebbe entrare in vigore il 16 gennaio durare almeno per tutto il mese, con possibile lungo sconfinamento a febbraio.

Una strategia che potrebbe avere ripercussioni negative sulla campagna delle vaccinazioni che, sebbene partita con alcuni imbarazzanti intoppi, ora sembra procedere gagliardamente anche in confronto ad altri Paesi europei almeno sulla carta ben più organizzati di noi. Certo i favoritismi ci sono, in Italia ci sono sempre stati e sempre ci saranno. E le cronache nazionali e locali ne sono piene. La furbata è sempre la stessa: «Avanzava un po’ di vaccino, altrimenti andava buttato». Inutile qualsiasi commento, impossibile restare nei limiti della decenza. Ma, detto questo, sono quasi un milione le dosi distribuite di cui circa 500mila già somministrate. La prossima settimana arriveranno le fiale di Moderna e da febbraio partirà la vaccinazione agli over 80 e ai docenti.

«Siamo i primi in Europa», ripete il commissario Domenico Arcuri (secondo le ultime statistiche preceduti solo dalla Danimarca in percentuale al numero degli abitanti), allontanando le polemiche e rivendicando il livello di «preparazione» dell’Italia rispetto alle altre nazioni. Dopo l’ok dell’Aifa, le nuove dosi del colosso Moderna sono pronte ad essere distribuite dai militari, così come dal 20 gennaio i primi 1.500 operatori sanitari selezionati (su 24mila candidati) dall’apposito bando scenderanno in campo per aiutare i 3.800 medici e infermieri già impegnati nelle somministrazioni.

E nella prossima fase sarà anche il turno di medici di base, pediatri e farmacisti. A febbraio, quindi dopo il personale degli ospedali e gli ospiti delle Rsa, a tendere il braccio saranno anche i docenti, le persone che hanno più di 80 anni, i disabili e i loro assistenti, gli operatori dei servizi pubblici essenziali, il personale docente e non docente, forze dell’ordine, fragili e detenuti. «Lavoriamo perché entro l'autunno si possano vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno, facciamo il tifo perché siano tutti, ma serve che arrivino i vaccini, noi non li produciamo», insiste Arcuri, chiarendo: «l'immunità si raggiunge intorno all’80% e si tratta di 48 milioni di connazionali».

A fare il suo annuncio su twitter è anche il virologo, Roberto Burioni: «potersi vaccinare il 7 gennaio 2021 con un vaccino sicuro ed efficace contro un virus isolato il 10 gennaio 2020 ha un nome preciso: miracolo».

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