Sabato 06 Settembre 2025 | 17:58

La realtà parallela del sistema scolastico

 
Beniamino A. Piccone

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Beniamino A. Piccone

scuola, aula scolastica

Nel 2020, con il digitale che impazza e domina nel mondo, l’universo scolastico vive la sua realtà parallela. Ma cosa è tenuto a fare oggi il bidello? A portare le circolari nelle classi?

Venerdì 19 Giugno 2020, 16:58

Le recenti perorazioni dei presidi – alias dirigenti scolastici – nella richiesta di nuovi bidelli per la riapertura del prossimo anno scolastico hanno dell’incredibile. Nel 2020, con il digitale che impazza e domina nel mondo, l’universo scolastico vive la sua realtà parallela. Ma cosa è tenuto a fare oggi il bidello? A portare le circolari nelle classi?

A controllare i ragazzi quando vanno in bagno? A portare il caffè agli insegnanti? Secondo i sindacati i bidelli – che fanno parte del personale ATA (personale amministrativo, tecnico e ausiliario)– non sono tenuti da contratto né alle pulizie, né a servire nelle mense scolastiche. Non a caso arrivano ad hoc gli “scodellatori” (roba da non credere), pagati alla bisogna.
Basta! Non siamo più negli anni Settanta quando il pubblico impiego doveva servire per colmare e supplire ai licenziamenti del settore privato, colpito da shock petroliferi e rivolte sociali. La pubblica amministrazione deve essere efficiente e assumere persone preparate e utili. Mandiamo i bidelli nelle cancellerie dei tribunali, a tagliare il verde pubblico, a riverniciare le scuole, ma non si parli più di assunzioni di bidelli. Anzi, ricollochiamo parte dei bidelli esistenti, che non hanno nessuna ragion d’essere. Sono come i “carrellisti” della Regione Sicilia, che portano i faldoni da un ufficio all’altro.

Il sindacato - se vuole guadagnare qualche consenso in una deriva negativa costante - deve farsi promotore del rinnovamento del settore pubblico. Come è possibile che un docente guadagni poco più di un bidello? In che Paese siamo? Nel Paese dei balocchi.

Dobbiamo uscire dall’epoca del “dirittismo” – assolutamente da leggere il volume di Alessandro Barbano “Troppi diritti. L’Italia tradita dalla libertà” - e affrontare il tema dei doveri. Aldo Moro (1916-1978) ne era ben consapevole. Prima di essere brutalmente ammazzato dalle Brigate Rosse, che non sopportavano tutti gli spiriti riformisti, scrisse: “Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”.
I ragazzi e le famiglie hanno diritto di sapere quando riaprirà la scuola a settembre. Sembra che la scuola interessi solo a coloro che devono recarsi a lavorare. Falso. La scuola non svolge solo un ruolo educativo basilare ma rappresenta un fondamentale presidio sociale e di welfare (pensiamo solo ai drammatici tassi di dispersione scolastica). Nella ricca Milano, come continua a ripetere Giuseppe Guzzetti, già presidente della Fondazione Cariplo, che sono oltre 20mila i bambini che non mangiano a sufficienza, per cui la mensa scolastica rappresenta il maggior pasto giornaliero.

E’ appena nato sul web il “Movimento Primo Settembre” che chiede la riapertura delle scuole il 1° settembre. Punto. Senza se e senza ma. E’ assurdo pensare di rimandare l’inizio dell’anno scolastico perché mancano i protocolli e le linee guida, che sono state definite in tempi rapidi per le imprese, i bar, gli esercizi commerciali e financo per il campionato di calcio. Ha perfettamente ragione il sindaco di Milano Beppe Sala a sostenere che “per guidare macchine complesse ci vogliono persone esperte”. In Italia siamo pieni di persone capaci, mettiamole al lavoro.

Chiudo con il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che nel suo “Investire in conoscenza” torna sull’importanza del capitale sociale, che si forma nelle aule scolastiche: “Un forte impegno, a livello pubblico come a livello privato, a investire nel capitale umano del nostro paese potrà contribuire a rafforzare il senso civico, il rispetto delle regole, l’affermazione del diritto, di cui vi è estrema necessità in ampie zone del paese, contro la corruzione, l’abuso e la criminalità, freno essi stessi allo sviluppo equilibrato dell’economia, a una crescita economica sostenuta e continua”.

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