In un mondo che corre troppo, dove tutto si complica e si moltiplica, ritrovare la via della semplicità può sembrare un atto rivoluzionario. Eppure è proprio nel togliere, nel semplificare, nel ridurre all’essenziale che riscopriamo chi siamo. La vita semplice non è una vita povera: è una vita piena di senso. È uno spazio abitato di piccoli riti, di silenzi, di animali che ci osservano senza giudizio, di passi lenti nel bosco, di respiri profondi davanti a un tramonto.
La semplicità, oggi, è una via di guarigione. C’è un libro che arriva come un sussurro in questa epoca di rumore, e che ha il coraggio di dirlo ad alta voce: La via semplice, pubblicato da Phanes Publishing. Il suo autore è Simone Migliorati, counselor e formatore, ma soprattutto persona che ha scelto di ascoltare la natura e farne una maestra di vita. Da anni lavora in cammino, a contatto con bambini, adulti, famiglie, comunità, per risvegliare quella saggezza antica che portiamo dentro. La sua voce non è teorica, è esperienziale. Parla da chi ha vissuto, osservato, camminato, sbagliato, amato.
Nel suo lavoro, e nelle pagine di questo libro, Migliorati ci ricorda che vivere semplicemente non significa fuggire dal mondo, ma abitarlo in un altro modo. Più radicato, più lento, più libero. La semplicità non è una moda bucolica, è una risposta profonda alla crisi esistenziale, ecologica e sociale che stiamo attraversando. È una pratica quotidiana che si costruisce nel modo in cui ci svegliamo al mattino, in cui parliamo agli altri, in cui trattiamo il nostro corpo e l’ambiente in cui viviamo. E poi ci sono loro: gli animali. I grandi, i piccoli, i selvatici, quelli domestici. Ognuno, a suo modo, può insegnarci qualcosa che abbiamo dimenticato. Un gatto che si accoccola sulla pancia ci ricorda il valore della calma e del contatto. Un cane che ci guarda negli occhi senza aspettarsi nulla ci insegna la presenza. Un capriolo che scappa tra i cespugli ci parla di libertà. Una gallina che razzola nel cortile ci riporta a un tempo fatto di terra e semplicità. Gli animali non complicano.
Vivono. Sentono. Sono. E se solo imparassimo ad osservarli, senza bisogno di addomesticarli sempre, potremmo forse tornare a vivere anche noi in modo più vero. Gli animali sono alleati del nostro benessere. Non solo come «pet therapy», ma come presenze che ci spingono a rallentare, a sentire con il corpo, a uscire da quella prigione mentale che chiamiamo produttività. Ci fanno compagnia, ma ci fanno anche scuola. E non chiedono nulla in cambio, se non di essere rispettati e amati per ciò che sono. La semplicità è anche questo: smettere di pensare che tutto debba avere uno scopo. Che ogni relazione debba essere utile, che ogni esperienza debba essere monetizzabile. C’è un tempo per fare, certo. Ma c’è anche e soprattutto un tempo per essere. E nella semplicità, questo tempo si dilata. Si distende. Ci accoglie. Non ci chiede prestazioni, ci chiede verità. In questo senso, la natura non è un altrove da visitare nel weekend, ma un luogo interiore da coltivare ogni giorno. Camminare in un bosco, curare una pianta sul balcone, guardare le nuvole o ascoltare il canto degli uccelli: non sono attività secondarie, sono gesti di sopravvivenza spirituale. Sono il nostro ritorno a casa. Perché siamo natura. E dimenticarlo è ciò che ci rende infelici. La via semplice non è un ritorno al passato, ma un avanzare con consapevolezza. È scegliere cosa portare con sé e cosa lasciare andare. È saper dire «no» alle distrazioni continue per dire «sì» a un tempo di qualità.
È coltivare relazioni sincere, nutrire il corpo con cibo vivo, respirare a pieni polmoni, dormire profondamente. È saper gioire delle cose minime, che poi sono le più grandi: un gesto gentile, un odore che ricorda l’infanzia, il silenzio che non fa paura. Il messaggio di La via semplice è chiaro ma non gridato: si può cambiare rotta. Si può scegliere di vivere meno per dimostrare e più per sentire. Meno per accumulare e più per restituire.
Migliorati non propone dogmi né formule magiche, ma un invito delicato a fare spazio. A tagliare il superfluo. A dire no a ciò che ci inaridisce, per dire sì a ciò che ci nutre davvero. Forse allora la semplicità non è solo una via, ma una rivoluzione silenziosa. Un ritorno all’essenziale che non è rinuncia, ma ricchezza. Una pratica quotidiana di attenzione, di gratitudine, di ascolto. E quando iniziamo a percorrerla, scopriamo che tutto ciò che cercavamo fuori, felicità, pace, pienezza, era già lì. Nascosto, forse. Ma vivo. E pronto a fiorire. Come un animale che ci guarda. Come una foglia che cade. Come un libro che ci sussurra: ricomincia da qui.