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Negramaro, Giuliano Sangiorgi scrive canzone per Lele Spedicato

 
Redazione online

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Negramaro, Giuliano Sangiorgi scrive canzone per Lele Spedicato

Si chiama Cosa c'è dall'altra parte, ed esce il 15 febbraio

Martedì 29 Gennaio 2019, 14:31

«Se Lele non fosse tornato dal buio avrei smesso di cantare, perché tutto è nato quando lui era solo un ragazzo e aveva negli occhi una luce, una fame e una voglia che non ho più rivisto in nessun altro. Senza Lele non avrei più continuato a stare su un palco, semplicemente perché una storia come la nostra, in Italia, non esiste». Così si racconta Giuliano Sangiorgi a nome di tutti i Negramaro nel nuovo numero della rivista Vanity Fair, facendo riferimento al chitarrista della band, Lele Spedicato, colpito lo scorso 17 settembre da una devastante emorragia cerebrale che lo ha mandato in coma.

«Io avrei voluto annullare il tour, ma per fortuna non l’abbiamo fatto. Perché Andro (Andrea Mariano, tastierista) ha detto: “Non cancelliamo il tour, a Lele bisogna dare una botta di vita. Se torna e si sveglia, deve avere la possibilità di crederci”. Era certo che, se Lele avesse saputo della cancellazione, si sarebbe accasciato su se stesso e la ripresa avrebbe avuto un decorso lunghissimo. Aveva ragione. Il tour alla fine lo abbiamo solo rimandato e Lele si è dimostrato un leone. Ha compiuto un miracolo. Ha abbracciato suo figlio. Ha creduto nel sogno».

La partenza del tour rimandato, con parecchie date già sold out, sarà a Rimini il 14 febbraio, debutto seguito il 15 dall’uscita di Cosa c’è dall’altra parte, un brano scritto da Sangiorgi proprio per Lele. «È una preghiera laica e una bestemmia religiosissima», spiega nell’intervista. «Non volevamo neanche pubblicarla, ma solo regalarla a tutte le persone che ci sono state vicine. Lele ha sentito l’esplosione collettiva, ha avvertito l’affetto. Si è ripreso così in fretta, credo, soprattutto per quello». Nel video, online dal 16 febbraio, si vede un abbraccio tra Lele e Giuliano: «Non era preparato. Lele è sempre stato l’indiano del gruppo, il saggio della compagnia. Stavo suonando il pezzo piano e voce e non mi ero neanche accorto fosse sul set. È arrivato alle spalle, mi ha abbracciato, ci siamo commossi. Il vecchio Lele sarebbe stato fermo senza fiatare per non perdere la magia, ne ho scoperto uno nuovo, ancora più grande di ieri».

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