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Design, quando i trulli diventano centrotavola

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Design, quando i trulli diventano centrotavola

L'architetto leccese Fabio Novembre ha realizzato per Kartell un centrotavola ispirato alle costruzioni a forma di cono

Giovedì 23 Agosto 2018, 10:23

24 Agosto 2018, 18:26

Da simbolo arcaico come casa-rifugio rupestre nelle campagne a icona glamour dell’arredamento moderno. È questo il destino del trullo pugliese, diventato un elegante centrotavola in plastica colorata e trasparente per l’azienda lombarda Kartell. L’idea è di Fabio Novembre, nato a Lecce, architetto famoso in Italia e nel mondo per le sue creazioni: ha curato l'allestimento del comune di Milano all'interno del Padiglione Italia dell'Expo di Shanghai, ed è stato disegnatore d’interni di alberghi e show room in metropoli come Barcellona, New Orleans, New York e Berlino. Novembre ha spiegato il suo disegno come un omaggio ai trulli di Alberobello, «case un po’ magiche perché costruite senza alcun legante, temporanee come la vita di chi le abitava: scrigni effimeri per vite precarie, simboli preziosi del carpe diem». Il tetto conico diventa così un immaginario cappello che può nascondere/rivelare segreti o custodire delizie della gastronomia identtiaria come taralli, biscotti e orecchiette.
L’arredamento può dunque contaminare propensione al consumo e simboli del paesaggio (non a caso Novembre ha anche inventato degli sgabelli che richiamano il colosseo quadrato, ovvero il Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur). La novità fa gongolare Luca Scandale di Pugliapromozione: «I trulli sono diventati un oggetto iconico e questo alimenta l’immagine della Puglia in giro per il mondo anche grazie ad una azienda prestigiosa come Kartell. Dopo il cartone della Disney con i trulli, ecco un altro veicolo importante di promozione del territorio».
Critico del connubio tra radici e design consumistico è invece il sociologo dell’Università di Bari Onofrio Romano: «In epoca di globalizzazione, ogni riferimento sembra scomparire e così il locale diventa una radice effimera, folclorizzata. Le comunità locali non contano nulla nell’allestimento delle visioni della vita, ma ritornano in forma di elemento folcloristico. La Puglia si è molto accreditata come marchio di folclore e questo può anche essere inteso come un segnale patetico, che non cambia l’orizzonte periferico della regione».
Un trullo in casa - non nella forme straccione delle calamite-souvenir dozzinali prodotte in Cina e presenti in tutte le botteghe per turisti di Ostuni - può, infine, risvegliare la forza mitologica che il sociologo Michel Maffessoli chiama «scintillamento», ovvero rappresentare un elemento di «oscura chiarezza che funge da fanale» in tempi di rapido sradicamento.

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