Martedì 09 Settembre 2025 | 04:18

«Meno male»: EP d'esordio per Eraèmme, talento di Putignano cresciuto tra musica e Carnevale

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

ERAEMME NON TOCCARE

foto Sara Cavuoti

Uscito il 2 maggio per Dischi Uappissimi contiene sei tracce che intrecciano indie, folk, pop e R&B, in un percorso intimo e autentico

Venerdì 09 Maggio 2025, 06:00

È uscito il 2 maggio su tutte le piattaforme digitali “Meno Male”, l’EP d’esordio di ERAÈMME, progetto musicale del cantautore pugliese Marco Erasmo Lassandro, di Putignano, prodotto da Dischi Uappissimi. Sei brani che intrecciano indie, folk, pop e sfumature R&B, in un percorso musicale intimo e autentico dove vulnerabilità e consapevolezza diventano strumenti di crescita.

“Meno Male” è un lavoro personale, stratificato, che si muove tra sonorità eteree e testi introspettivi, senza schemi prestabiliti, lasciando che ogni canzone segua la sua forma naturale. Il risultato è un sound che spazia dalle chitarre sognanti di Mac DeMarco agli echi elettronici di Son Lux, passando per suggestioni disco-funk che ricordano L’Impératrice e influenze del cantautorato italiano più maturo, come Carmen Consoli o Niccolò Contessa.

Classe 1993, cresciuto tra coriandoli e carnevale, Eraèmme è oggi uno degli organizzatori della storica kermesse locale, e ha raccontato alla Gazzetta questo debutto coraggioso, sincero e necessario.

«Meno male» è un titolo che suggerisce sollievo e riconciliazione. Quando ha capito che questo EP stava davvero prendendo forma?

«Quando con Faco Convertini, che ha prodotto insieme a me il disco, abbiamo chiuso la prima canzone, "Cinque rintocchi"».

Nei brani affronta temi profondi come la vulnerabilità, la difficoltà di mostrarsi per ciò che si è e la salute mentale. Quanto è stato terapeutico scrivere e condividere questi pezzi?

«Tanto. La scrittura e la musica hanno sempre rappresentato per me una forma di terapia sin da piccolo, quando ho iniziato a scrivere i primi testi alle scuole medie. Scrivere mi aiuta a focalizzare e a fermare i pensieri che, altrimenti, possono scappare e mutare forma».

Il suo sound mescola indie, folk, pop e R&B, con influenze che vanno da Mac DeMarco a Carmen Consoli. Come ha costruito l’identità sonora dell’EP?

«Ho lavorato con Faco Convertini e l'identità è venuta fuori di brano in brano: c'è un filo che li tiene tutti uniti ma ogni brano ha una propria identità venuta fuori rispettando l'intenzione del testo e di ciò che per me rappresenta. Per alcune è stato immediato, per altre c'è stato bisogno di più tempo per trovare la chiave giusta».

In «Supernova» parla di forze che devono restare distanti per mantenere l’equilibrio. Quanto c’è di personale dietro questa immagine astronomica?

«Parla di una storia che è finita da poco e delle emozioni che si vivono in quei momenti. Parla di una mia esperienza ma credo che chiunque possa essersi ritrovato in situazioni di questo tipo e possa rivedere le stesse immagini. È probabilmente il brano più "dance" del disco perchè mi piaceva l'idea di trasmettere il contrasto tra le emozioni vissute durante la scrittura del testo e quelle sedimentate e trasformate durante la produzione del brano».

Da Putignano a Bologna, passando per festival, eventi e statistiche: come convivono oggi il suo background accademico e lavorativo con la sua identità musicale?

«Convivono sicuramente nelle esperienze e nei testi che le raccontano, in maniera diretta o meno. Senza questo percorso, probabilmente non avrei avuto granché da raccontare, magari neanche la necessità di farlo. Credo che siano state tutte esperienze utili e necessarie per la scrittura».

L’ultima traccia, «Terre bruciate», chiude il disco ma sembra anche spalancare nuove possibilità. Dove immagina la porterà il prossimo viaggio musicale?

«Questo viaggio è appena iniziato e spero mi possa portare in giro per locali e festival in cui suonare la mia musica. Il prossimo, invece, spero in un luogo in cui possa avere il tempo di scrivere canzoni nuove». 

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