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«Milano è pieno di figa», l'inno di tutti i «fuorisede» firmato dai Magazzeno: «La nostra musica, libera e ironica»

«Milano è pieno di figa», l'inno di tutti i «fuorisede» firmato dai Magazzeno: «La nostra musica, libera e ironica»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

«Milano è pieno di figa», l'inno di tutti i «fuorisede» firmato dai Magazzeno: «La nostra musica, libera e ironica»

Il power trio racconta il brano che canta le contraddizioni della metropoli, tanto ambita quanto inaccessibile

Domenica 27 Aprile 2025, 06:00

Un vero e proprio «inno dei fuorisede», per riflettere sulle contraddizioni di una metropoli sempre più desiderata ma al contempo ormai inaccessibile per molti: è «Milano è pieno di figa», nuovo singolo del power trio Magazzeno (Maninalto!/Believe), sempre a cavallo tra ironia e riflessioni. Huge Magazzeno, basso e voce, Matteo Magazzeno, chitarra elettrica, e Simo Magazzeno, batteria, trovano quindi ancora una volta nella musica il miglior strumento per esprimere e comunicare sentimenti e preoccupazioni, senza tralasciare l'aspetto goliardico e di speranza. Il brano è stato registrato e mixato ai Blap Studio da Antonio Polidoro e masterizzato da Giovanni Versari (ex Nautilus) con la produzione artistica di Giuseppe Fiori (Rezophonic), e si è classificato al terzo posto dell'ottava edizione del Festival di Sannolo. Eugenio "Huge" Magazzeno risponde a qualche domanda della «Gazzetta».

Questo titolo non passa inosservato: come vedete l'evoluzione di Milano?

«Un po' enigmatica, io sono nato e cresciuto qui, ci vivo da sempre ma scappo spesso, da questa piccola metropoli arrogante piena di grattacieli. Ha un suo spirito, una sua gioia, un suo movimento artistico che si va a scontrare con un atteggiamento più patinato. E la nostra è una canzone scherzosa, che riflette un po' tutta Italia, c'è la moda, c'è l'estetica, ma ci sono anche gli scantinati che per affittarli ti servono mille euro».

L'ironia è la vostra chiave di lettura?

«Sempre. È una bella lente di ingrandimento per ridere di ogni cosa, anche quella più drammatica. Nei periodi duri bisogna un po' ricorrere all'ironia, o resta solo disperazione. Nei ragazzi più giovani, per esempio, vedo troppo pessimismo. La fiducia nel futuro è necessaria, e la lente dell'ironia aiuta a vivere meglio».

Avete radici musicali diverse ma tanta energia che vi contraddistingue...

«Siamo tutti grandi appassionati di musica, da ragazzini si ascoltava il rock, il punk, l'heavy metal, ma in realtà abbiamo sempre suonato, mai lavorato con le basi. La nostra gavetta arriva dalla strada, dai locali, abbiamo poi capito che le persone volevano ridere e ballare e ci siamo spostati verso il funk, la disco anni '70, quei ritmi in levare che spingono, a cui unire un po' di sano rock. Tutto nasce nei live, in assoluta libertà».

È successo anche con "Milano è pieno di figa", com'è andata l'esperienza al Festival di Sannolo?

«È stato incredibile vedere come nonostante fosse un brano nuovo, al secondo ascolto già cantavano tutti. È un po' il nostro marchio di fabbrica, cercare di fare ritornelli da cantare, partendo da un gioco armonico».

Avete tanta esperienza di palco, invece il rapporto con social e piattaforme com'è?

«Inizialmente ero un po' triste, le sentivo particolarmente distanti, essendo uno che non ha mai amato farsi i selfie, pubblicarli... Ora siamo stati un po' "costretti" e ho capito che non è così male, mantenendo una propria libertà e identità. È facile essere inghiottiti da queste macchine, invece se le utilizzi come altri mezzi per esprimerti, riesci anche a divertirti, a comunicare altri stati d'animo. Un po' come un tempo si usava il videoclip, che oggi è più "accessorio", con i social racconti una storia, a maggior ragione se è reale».

Insomma, cosa vi augurate adesso?

«Intanto di suonare molto dal vivo, a Milano già lo facciamo, in ogni angolo della città. Poi stiamo registrando anche altro, stiamo prendendo coraggio, ci piace quello che facciamo».

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