Da anni trasforma l'attualità in poesia e meme, con un'ironia incorruttibile e valanghe di fedelissimi su YouTube che lo seguono dal 2010: il «Maestro» Domenico Bini, che ancora oggi vive nella sua Trani, è tornato con «Sta andando tutto male», singolo che lo vede in un'inedita collaborazione con Elio e Mangoni (storico braccio destro di Elio E Le Storie Tese), e che fa da apripista a un progetto ambizioso e multidisciplinare. Non solo un videoclip ad accompagnarlo, prodotto da Tentacle, piccolo capolavoro di animazione digitale firmato dal regista Alessandro Rak e dal fumettista Andrea Scoppetta; ma anche l'arrivo di un album-fumetto, a novembre, pubblicato da COMICON Edizioni e XXXV Label, e realizzato da Trincea Ibiza, collettivo italiano di illustratori, sceneggiatori e designer visivi. I brani live di Bini, che prima di dedicarsi completamente alla musica (è un cultore dell'heavy metal) è stato agente di polizia penitenziaria e sottotenente della Motorizzazione civile, sono stati selezionati insieme al produttore Nicodemo e ri-orchestrati, per ospitare anche featuring d'eccezione come quelli con Cristina Scabbia (Lacuna Coil) e Tony D’Alessio (Banco del Mutuo Soccorso).
Maestro Bini, lei che è un acuto osservatore dell'attualità, da dove nasce l'idea di «Sta andando tutto male»?
«È un brano arrivato di getto, in modo spontaneo, erano giorni con un clima di protesta, caos, violenza ovunque, e mi ha ispirato questo titolo. Prendo sempre spunto dal mondo che mi circonda, anni fa ho pubblicato un disco, Amico cielo, che parla di problemi sociali, dalla droga all'emarginazione. Quando scrivo canzoni romantiche, invece, non mi pongo limiti. Sono un cantautore e un chitarrista metal, sono abituato a passare con naturalezza da un genere all’altro».
I testi li scrive tutti lei? Ha mai pensato di appoggiarsi a qualche tecnologia o intelligenza artificiale?
«Sono tutti miei, alcuni istintivi, mi basta prendere la chitarra e vengono fuori all'improvviso, altri studiati con più calma. Non sono contrario all'intelligenza artificiale, ma non mi lascio condizionare, la uso solo per supporto tecnico. L'azione creativa deve rimanere umana».
La collaborazione con Elio e Mangoni è inedita e gratificante. Vi siete incontrati?
«Non di persona, ma a distanza, grazie a Fabio Rovazzi, che mi propose una chiacchierata in video con alcuni amici, e c'erano anche loro. È nato un bel rapporto virtuale».
La tecnologia è stata fondamentale nella sua carriera, come ha iniziato su YouTube?
«È stato tutto grazie a mio nipote, che mi ha aperto il canale e creato il primo account, su cui caricavo i miei brani. All'epoca non esistevano gli smartphone, usavo piccole telecamere da collegare al computer, poi con il telefono ho cominciato a fare tutto da solo».
Ma effettivamente quando si è reso conto di essere diventato un fenomeno del web?
«Credo di averlo capito quando la gente ha cominciato a venirmi a trovare a casa. Mi portavano regali, vino, magliette con il mio nome, alcuni di questi episodi sono raccontati nel documentario Famoso sul web… e nel mondo, del 2022».
La venivano a trovare a Trani, dove vive ancora?
«Sì, ho vissuto sempre nella stessa casa. Mio padre è venuto a mancare nel 2005, quindi non ha potuto vedere tutto questo successo, ma credeva molto in me. Mia madre invece, che oggi ha 90 anni, è la mia prima fan, e mi segue ancora».
«Sta andando tutto male» sarà anche un album-fumetto, genere che spesso rappresenta i supereroi. Se potesse scegliere un superpotere, quale sarebbe?
«Vorrei avere i poteri di Superman. È il più forte di tutti, invincibile tranne che per la kryptonite. Mi affascina l’idea di poter fare del bene e avere una forza superiore».
Lei ha ondate di giovani che la seguono. Che consiglio darebbe a un artista emergente che usa il web per farsi conoscere?
«Di essere genuino e non imitare nessuno. Bisogna essere se stessi, offrire al pubblico ciò che si ha da dire con sincerità, senza maschere né filtri».
«Sta andando tutto male» lancia anche un messaggio di speranza. Come si reagisce ai momenti difficili?
«Bisogna restare positivi, anche con un pizzico d’ironia, ma soprattutto con fede e fiducia. Io sono cattolico e credo che non si debba mai chiudere la porta della speranza. Anche quando tutto va male, può sempre migliorare. C'è uno spiraglio di pace nel mondo, e speriamo che vada tutto… un po’ meglio!».
















