BARI - «Scrivo canzoni d’amore perché è il sentimento che preferisco raccontare. Meglio un milione di stream in meno ma dieci persone di più ai concerti con le lacrime o che sorridono durante un pezzo». Alberto Cotta Ramusino, ventinove anni, milanese, noto come Tananai, è il nuovo «principe» del pop italiano. Stasera, dalle 21, risbarcherà su un palco della Puglia, al PalaFlorio, un anno e mezzo dopo la tappa di Gallipoli del suo «Oversound 2023».
Oggi Bari è una delle undici piazze del viaggio live di questo inverno partito da Jesolo che il tre volte disco di Platino con la sua seconda opera discografica Rave, eclissi ha intitolato «CalmoCobra Tour», in onore del terzo album in sette anni di carriera da solista indie-pop, dopo un triennio fatto di elettronica con lo pseudonimo di Not for Us.
Forte del nuovo Platino da oltre tre milioni di copie vendute dalle sue Storie brevi cantate a mò di tormentone dell’ultima estate assieme ad Annalisa, Tananai è atteso in modo febbrile dal pubblico pugliese, una delle fette del mondo affezionato al cantautore cresciuto nella provincia milanese.
La gente ascoltatrice rappresenta la «fede» per il ragazzotto lombardo che è salito la prima volta sulla ribalta nazionale nel 2022 dopo la sua partecipazione al 72° Festival di Sanremo, nel quale il suo brano Sesso occasionale si classificò ultimo, ma poi, come sempre accade, grazie ai successivi passaggi radiofonici, ottenne il successo di gradimento, entrando nella top 10 della classifica della Federazione Industria Musicale Italiana. E successivamente, sul palco dell’Ariston, nella sua seconda partecipazione come «big», strappò un riscontro maggiore, con il quinto gradino frutto della bellissima Tango, che su Spotify conteggia oltre 100 milioni di ascolti, leggermente alle spalle dell’altra sua hit Baby Goddamn («Tesoro, accidenti»), uno dei marchi della filosofia cantautoriale di Tananai, firma di fiabe sentimentali con affaccio sulla realtà.
Nel pezzo scritto insieme al suo chitarrista Enrico Wolfgang Leonardo Cavion (oggi in sua compagnia col resto della band a Bari), l’artista milanese si rivolge così alla sua amata: «Baby, lo sai? Che se ti portavo rose, ti beccavi anche le spine». La lirica del pop-man è, infatti, piuttosto incentrata sul vero. Un altro pezzo del suo manifesto emerge dall’ultimo singolo Ragni, che ha lanciato l’uscita dell’album «CalmoCobra» (un auto monito Zen sulla celebrità performante), nel quale Tananai fa chiarezza col suo incipit: «Avevamo parlato due volte/E ci amavamo già da trent’anni/Ma noi avevamo vent’anni/Avevamo vent’anni/Di piante, di feste e di botte/Lei che ha paura dei ragni/Io avevo paura degli anni/C’eravamo solo ingannati».
Il bambino «rumoroso», che faceva suonare i bicchieri con le forchette, tanto da essere ribattezzato da suo nonno Pino «andato via troppo presto» con l’appellativo di Tananai (al nord lo è chi fa «bordello»), adesso è maturo. Ha alle spalle la corazzata discografica Universal, che ne asseconda il prodotto. Di cantore delle nuove generazioni di innamorati.