Sabato 13 Dicembre 2025 | 23:53

«Parte tutto dal suono»: la pugliese TI racconta le emozioni dell'EP «Inner»

«Parte tutto dal suono»: la pugliese TI racconta le emozioni dell'EP «Inner»

 
Bianca Chiriatti

Reporter:

Bianca Chiriatti

«Parte tutto dal suono»: la pugliese TI racconta le emozioni dell'EP «Inner»

Un lavoro distribuito da Angapp Music con tre tracce che raccontano i processi interiori e la complessità umana

Martedì 18 Giugno 2024, 16:46

È uscito il 30 maggio l’EP «Inner», della cantautrice TI, al secolo Tiziana Felle, che completa così il suo progetto musicale distribuito da Angapp Music. Tre le tracce di cui si compone, «Rumors», «Programs» e «Void Voice», in un lavoro che custodisce la moltitudine della nostra interiorità, le complessità inconsce, le voci, luci e ombre, ciò che ci spinge a fermarci ma anche a pensare di agire e costruire. 

Dopo gli esordi giovanissima sulla scena indie pop nazionale con i Teclo, TI attraversa in maniera trasversale oltre vent’anni della scena musicale pugliese, legando il suo nome a progetti sempre ricercati e dal taglio spiccatamente internazionale, che spesso precorrono i tempi e anticipano le tendenze. È il caso del post rock-noise degli Skill ma soprattutto del dream pop dei Fabryka, con cui si esibisce su alcuni dei palchi più importanti della scena internazionale come: SXSW - Austin (Usa), Reeperbahn Festival – Hamburg (Germania), Primavera Sound – Barcellona (Spagna), Strawberry Festival – Shanghai (Cina), Sziget Festival – Isola di Óbuda/Budapest (Ungheria). Apre i concerti di: Patti Smith, Skunk Anansie, Matmos, Vanishing Twin, Goldie, Timo Maas, Church, Gotan Project, Tiga, Subsonica, Afterhours, C.S.I., Giorgio Canali e i Rossofuoco, Murcof, Perturbazione, Chicago Underground Duo, Karate, I Used To Be a Sparrow, Yuppie Flu, Velma, Lotus, Piano Magic. Negli ultimi anni coltiva le prime esperienze da solista, parallelamente all’attività con i Fabryka.

È uscito da poco l'Ep, come stanno andando le prime settimane di vita di questa sua creatura?

«Sono felice che Inner sia finalmente uscito e che stia piacendo, sto riscontrando pareri positivi. Il fatto che mi si dica che faccio emozionare e commuovere è un grande traguardo per me. Vuol dire che quello che sento e che scrivo arriva agli altri».

Come è nata l'idea e che cosa ha voluto inserirci dentro?

«Non c’è stato davvero un momento preciso. Ho composto alcune canzoni con il pianoforte e synth, alcune direttamente sul computer attraverso l’uso di software, con suoni molto approssimativi che poi ho rimaneggiato e riformulato anche con l’aiuto di amici musicisti come Simone De Venuto e Matilde Davoli. È stato tutto un processo in divenire. Tutto, in quello che scrivo, parte dal suono: è come se mi lasciassi ispirare dalle singole sonorità e da ciò che mi comunicano. In Inner ho voluto parlare della nostra interiorità, dei nostri processi emotivi, di quello che viviamo giorno dopo giorno. Mi piace capirmi e capire gli altri, scavare dentro di me senza mezze misure, combattere i pensieri che trascinano in basso, comprendere e accogliere la nostra complessità». 

Naviga nel panorama musicale da tanto tempo, quali sono stati i tasselli del suo percorso più significativi e gli incontri che l'hanno segnata di più?

«Finora il mio percorso musicale è stato segnato da tantissime esperienze positive, mi reputo davvero molto fortunata. Ho suonato con tre gruppi strepitosi Teclo, Skill e Fabryka (con Fabryka suono ancora). Ho condiviso con loro tantissime esperienze che mi hanno aiutato a crescere musicalmente e umanamente. Abbiamo suonato nei contesti più disparati, in moltissimi luoghi stupendi e Festival Nazionali e Internazionali importanti della scena indie e alternative. Quando si vive la band e si compone in gruppo si condivide tutto: ascolti, percezioni, emozioni, e tutto questo ti arricchisce. Sarebbero tanti i ricordi da elencare. Ricordo quando con i Teclo abbiamo vinto Arezzo wave, Il mio primo Sziget Festival e le follie in tour e a casa di Francesco Virlinzi (Cyclope Records), le trasferte con Skill e i nostri concerti con Giorgio Canali e i Rosso fuoco. Per non parlare dell’emozione di aprire il concerto di Patty Smith o dei Matmos, di salire sui palchi di Festival come il 1 maggio a Roma, il Primavera Festival, il SXSW South by South West e tanti altri con Fabryka. Credo anche che sia stato di fondamentale importanza il mio avvicinamento alla musica afroamericana, alla musica contemporanea e sperimentale. Devo ringraziare infinitamente i miei due Maestri, Gianni Lenoci e Gianna Montecalvo, che mi hanno fatto scoprire mondi nuovi e meravigliosi». 

Qual è invece la musica che ascolta, che l'ha ispirata negli anni?

«Faccio parte della generazione X e quindi ho periodi in cui ascolto sempre uno stesso disco o pochi. Preferisco un ascolto immersivo e profondo ad uno rapido e superficiale. In questo momento sto sentendo moltissimo James Blake, che adoro, ma anche Christian Löffler, Holland Andrews, Caterina Barbieri e l’ultimo dei Blonde Redhead. Ho sempre ascoltato tanta musica molto diversa. Da piccola sono cresciuta sia con i compositori dei vecchi musical americani, come Porter, Kern, Gershwin, sia con la musica pop rock internazionale, da Madonna, Micheal Jackson ai Duran Duran. Nel periodo adolescenziale ho rifiutato il mondo pop e sono stata rapita totalmente dalla scena new wave, dark e il dream pop: Depeche Mode, Bauhaus, Cocteau Twins, Siouxie and the Banshees, Cranes… ma contemporaneamente sentivo una forte attrazione per la musica elettronica. Sono stata sempre desiderosa di ascoltare tanto e scoprire sonorità diverse; cerco sempre qualcosa che può stupirmi e scuotermi emotivamente. È proprio questa mia ricerca che mi ha avvicinata sempre di più alla musica elettronica e sperimentale. Credo che ogni tassello musicale in più, ogni ascolto, sia stato fondamentale per me e per il mio percorso. Ci sono stati alcuni artisti che hanno colpito la mia sensibilità, Sonic Youth, Blonde Redhead, Bjork, Radiohead, Portishead, Apparat, M83 e compositori come Legrand, Morricone, Jobim, Williams, Zimmer».

Se potesse incontrare di nuovo la Tiziana degli esordi, cosa le direbbe?

«Forse di rifare tutto così com’è ma dando maggior attenzione ad alcune scelte. Mi rimprovero di non aver iniziato a studiare la musica con impegno da piccola. Ero molto caotica, poco disciplinata e tendevo a non concentrami molto. Ma, pensandoci bene, noi siamo il frutto delle nostre esperienze positive e negative, siamo il risultato di tutto ciò che abbiamo vissuto e appreso sia in termini culturali che personali. Se non avessi fatto le scelte che ho fatto non sarei quella che sono!»

Quali sono adesso i progetti per il futuro imminente?

«A settembre conto di presentare Inner a Bari e poi girare un po’! Spero di poter far ascoltare il mio lavoro il più possibile. Inoltre continuerò a lavorare all’album, che sarà concettualmente legato all’Ep. Ho in mente di pubblicare anche un famoso brano italiano, di cui mi sono innamorata, totalmente ripensato e riarrangiato, ma non posso rivelare nulla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)