Nel 1957 trionfò una sedicenne Martha Argerich. E nell’albo d’oro figurano molti nomi di grandi pianisti in carriera, come Roberto Cappello, Louis Lortie, Lilja Zilberstejn, Anna Kravtchenko, Alexander Romanovsky. Nei suoi 74 anni di vita il Premio Busoni, organizzato a Bolzano, è ancora oggi uno dei concorsi pianistici più ambiti in assoluto (lo dimostrano le numerose edizioni in cui il primo premio non è stato assegnato), capace di cambiare la vita a un artista. Lo stesso sta capitando ora ad Arsenii Mun, classe 1999, vincitore del Premio Busoni 2023: stasera, alle 20, sarà protagonista nell’Auditorium «Nino Rota» di Bari, nell’ultima tappa del ciclo di concerti dell’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari, dedicati alle Sinfonie di Brahms. Sul podio ci sarà il direttore armeno Vahan Mardirossian, e accanto alla Sinfonia n. 4 op. 98 di Brahms, a Mun toccherà eseguire uno dei capisaldi di Sergej Rachmaninov, la Rapsodia su un tema di Paganini op. 43 per pianoforte e orchestra (biglietto unico a 5 euro, ridotto a 1 euro per studenti di ogni ordine e grado e per gli over 65, ticketone.it).
A Bolzano il talento prodigioso di Arsenii è stato omaggiato anche con il Premio «Arturo Benedetti Michelangeli», assegnato solo in caso di verdetto unanime della giuria (caso molto raro, non veniva concesso da quasi tre decenni). Inoltre è stato votato on line da una stragrande maggioranza di spettatori da tutto il mondo, aggiudicandosi il Premio del Pubblico. Nato a San Pietroburgo, dal 2019 vive tra New York (dove continua a perfezionarsi alla Juilliard School) e Tbilisi, in Georgia, dove i suoi genitori si sono trasferiti.
Maestro Mun, come nasce il suo amore per il pianoforte?
«I miei genitori non sono musicisti, ma a casa ascoltavano sempre musica classica, così ho provato a suonare il pianoforte da solo. Il momento decisivo è stato un concerto di Grigory Sokolov, ascoltato quando avevo 7 anni. Eseguiva un programma di Chopin e sono rimasto così colpito, che ho deciso di diventare un pianista professionista».
Cosa ha significato vincere il Premio Busoni?
«È uno dei più alti riconoscimenti che un pianista possa ricevere, per me è un onore e una responsabilità che sta cambiando la mia vita. Sono molto felice ed emozionato di esibirmi in tutto il mondo e soprattutto in Italia, perché amo questo Paese. Conoscere Bari, tra l’altro, è un vero piacere».
Ci parli del brano che eseguirà stasera.
«Adoro Rachmaninov e mi sento vicino alla sua musica. La Rapsodia su un tema di Paganini è un grande pezzo, con queste variazioni all’interno di un concerto con orchestra. Mi piace la sua idea di prendere il tema di Paganini, che tutti conosciamo, e di riscriverlo con uno stile unico. È molto gratificante suonarlo: quando eseguo la diciottesima variazione con l’orchestra mi sento come se andassi in paradiso e un sogno si realizzasse. Sentire la forza dell’amore nella musica, mentre si suona, è qualcosa che tutti sogniamo di raggiungere un giorno come musicisti. Per questo mi sento un privilegiato».
Quali altri autori ama?
«In questo momento direi che Ravel, Skrjabin, Prokofiev e Chopin sono i preferiti. Ma le cose cambiano sempre, tra qualche settimana potrei innamorarmi di un’opera di Mozart o di Beethoven e diventarne assolutamente pazzo. Mi capita spesso di ascoltare qualcosa che riflette chi sono, in questo particolare periodo della mia vita».