È uscito martedì 31 ottobre «Welcome», il nuovo album della cantautrice salentina Merifiore, prodotto da Gate 19 con il sostegno di Puglia Sounds. È di una donna nuova che parla questo lavoro, più maturo, sincero, intenso, e anche giocoso. Il suono è cambiato, più rock, si passa all’analogico e tutto è suonato da Peppe Levanto, il produttore del disco, Valerio Smordoni al pianoforte e alla produzione di alcuni brani, e Pasquale Leonardi alle chitarre. Un disco corale, scritto a più mani tra Roma e Lecce.
Nove brani, dove la musica è al centro di tutto: intro lunghissime, code infinite, strutture al servizio della canzone, ritornelli che si ripetono con la stessa parola fino allo sfinimento. Anche la voce gioca tra i vari registri, dal soffiato al belting, e si esprime al naturale in tutti i passaggi, senza ritocchi, per restituire al disco quella crudezza e verità necessari. La «Gazzetta» ha intercettato l'artista per scoprire qualcosa in più sul nuovo lavoro.
«Welcome», «Benvenuto», una parola che rappresenta l'ingresso di qualcosa di nuovo nella vita: a cosa vorrebbe dare il benvenuto?
«A un’intensa stagione di concerti per promuovere questo lavoro di cui sono tanto orgogliosa, e più in generale all’amore. L’impulso a scrivere questo disco è partito sicuramente dalla collaborazione a inizio anno con i Salento All Stars, collettivo di autori e produttori salentini per i quali ho registrato “Epocale”, il loro ultimo album. A lavoro terminato, io e il produttore Peppe Levanto ci siamo guardati e abbiamo capito che avremmo dovuto lavorare anche a qualcosa di mio. Così una session dopo l’altra nel suo studio di Roma (la sua casa) ci siamo ritrovati in mano 9 canzoni, che abbiamo scelto di raccogliere sotto il nome di “Welcome”: un disco ben-venuto, dove ciascuno è il benvenuto, più chiaro di così?!»
Il singolo di lancio è "Bellissimo", perché questa scelta?
«Perché “Bellissimo” è un’ottima introduzione a questo nuovo capitolo musicale dal suono caldo, analogico, sincero. È una canzone d’amore che ti abbraccia e ti accoglie, e ti ricorda che vale sempre la pena di vivere le esperienze della vita, anche se poi finiscono. Canta la nostalgia di un amore bellissimo e la resilienza che viene dopo la rottura, perciò racconta al meglio quella che sono oggi, una donna forte, matura e consapevole, che abbraccia con orgoglio anche la sua parte più dolce, fragile e poetica».
L'album è prodotto con il sostegno di Puglia Sounds, e tante realtà pugliesi la circondano nel suo percorso lavorativo: qual è il valore aggiunto di essere rimasta al Sud e quali gli svantaggi?
«L'album è stato prodotto da Gate19, label salentina fondata da Davide Apollonio e Ambra Delle Grottaglie, e Peppe Levanto, produttore e autore salentino, romano d’adozione, il tutto in collaborazione con Puglia Sounds, realtà che da sempre valorizza, accompagna e dà voce agli artisti del territorio. I vantaggi di lavorare in questa cornice, che poi è il mio luogo d’origine, sono tanti, perché sento di lavorare in una grande famiglia che ha lo scopo comune di valorizzare le risorse del territorio, quindi in questo caso me e la mia musica. Insomma se non ci si aiuta in famiglia?! L’unico svantaggio può essere quello di rimanere confinati in un contesto circoscritto e ristretto, ma ciò dipende anche dall’intraprendenza e dalla capacità di visione dell’artista e del suo team e dalla sua proposta musicale».
Ha aperto tanti concerti importanti, ci racconta un incontro che le è rimasto impresso?
«Calibro35, Dente, Giuliano Palma, Thegiornalisti, addirittura Peggy Gou durante una Pasquetta a Torre Regina Giovanna per citarne alcuni, ma l’incontro più importante di tutti è stato quello con la mia musa ispiratrice, la cantautrice americana Cat Power. Non solo quella sera nel lontano 2014 sono riuscita a suonare sul suo stesso palco prima di lei, ma ci ho persino scambiato quattro chiacchiere dopo nel backstage. Me lo ricordo come fosse ieri, si parlava d’amore tra musicisti: io le dicevo che non era fattibile e lei invece mi smentiva, mentre mi offriva da bere. Che ridere!»
Adesso cosa la aspetta, come proseguirà il suo percorso?
«Abbiamo appena realizzato un disco in due mesi, roba da non crederci. Mi auguro prima di tutto di godermi questo viaggio e di elaborarlo, perché ancora non l’ho processato. E poi ci aspettano tanti concerti e appuntamenti dal vivo con il pubblico, che per me è la cosa più importante. Vivo le mie pubblicazioni sempre come fossero le ultime, e questo mi aiuta a vivermi tutto appieno senza sentire “il peso delle aspettative”».