Riparte dalla Puglia il tour estivo di Nino D’Angelo. Il cantautore napoletano domani alle 21, si esibirà nel Fossato del Castello di Barletta con il suo live «Il poeta che non sa parlare» (biglietti disponibili sul circuito ticketone.it e nei punti vendita autorizzati). D’Angelo torna dopo aver realizzato a marzo scorso un mini tour a Bari, Taranto e Brindisi. Le date della tournée, che proseguirà fino a dicembre, completano la trilogia del progetto dell’artista napoletano: ad ottobre 2021 la pubblicazione dell’album e del libro (edito da Baldini+Castoldi), la cui prefazione è dello scrittore barese Nicola Lagioia. Il live, è l’occasione per ripercorrere la sua carriera artistica, iniziata nel 1976, e, soprattutto, per festeggiare con il suo pubblico i 40 anni dalla pubblicazione del suo primo successo Nu jeans e ‘na maglietta. Sul palco D’Angelo canterà i brani più amati dal pubblico, inclusi quelli del suo ultimo album Il Poeta che non sa parlare.
D’Angelo, si riparte dalla Puglia?
«Il Sud è nostra forza. Sono contento di ripartire da una regione che mi è stata sempre vicino fin dall’esordio. È una terra molto vicina alla mia regione, non solo geograficamente, ma anche e soprattutto per l’amore che il pubblico ha nei confronti della musica napoletana. Penso non solo a me, ma a Pino Daniele, il grande movimento del passato del Neapolitan Power, del quale facevano parte alcuni dei più importanti artisti partenopei».
Che Sud sta incontrando in questo periodo?
«Napoli e molte città del Sud sono piene di turisti: un fenomeno decisamente positivo. Certo, abbiamo tanti problemi soprattutto al Sud come la disoccupazione, però si riesce comunque ad andare avanti».
Veniamo al live: c’è qualche novità?
«Ho messo qualche pezzo estivo in più: l’estate, il mare i ricordi. Abbiamo cambiato un po’ la scaletta, ma resta l’entusiasmo del pubblico, anche a Barletta è quasi tutto esaurito».
Si sente un po’ il guru della musica napoletana?
«Mi sento semplicemente Nino D’Angelo, cioè quello che mi son sempre sentito. Napoli ha tante facce importanti, tanti artisti bravi e ognuno cerca il meglio affinché la canzone napoletana sia il fiore all’occhiello nel mondo».
E del rap cosa pensa?
«Come negli altri generi musicali ci sono i bravi e quelli meno, però i giovani amano queste cose, quindi hanno sempre ragione loro. La mia musica è portata verso la melodia, anche se da qualche tempo anche l’hop-hop si è aperto molto alla musica melodica».
Dopo questo tour che farà?
«A dicembre finiremo questo triennio in cui sono accadute tante cose, a iniziare dal lungo giro della tournée che mi ha permesso di ritornare a stare tra la gente, dopo l’ormai ricordo della pandemia. Tornerò in studio per cominciare a lavorare sul nuovo disco, in cui vorrei tuffarmi nei meravigliosi Anni ‘80. Vorrei riarrangiare alcuni brani di quegli anni, ovviamente in chiave moderna, sonorità che in questo periodo sono tornati prepotentemente di moda».