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«Papà Pino, uomo libero e pop», a Fasano il libro scritto dal figlio Alessandro Daniele

 
Nicola Morisco

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Nicola Morisco

«Papà Pino, uomo libero e pop», a Fasano il libro scritto dal figlio Alessandro Daniele

Project manager e produttore musicale, docente al Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Milano, dirige la Fondazione Pino Daniele Ets

Venerdì 27 Gennaio 2023, 13:07

Pino Daniele, basta il suo nome e cognome e immediatamente si apre un mondo sonoro fatto di unicità. Per lui la musica è stato un modo per esprimere sé stesso, i suoi sentimenti, ala sua musica e la sua cultura che amava interagirle con le altre. Una figura che ha segnato una stagione in cui una voce del Sud, prende la scena e conosce il grande successo e il riconoscimento nazionale e internazionale. È stato un innovatore della tradizione musicale napoletana: è riuscito a contaminare la tradizione napoletana con il rock, il blues, il jazz, il soul, la musica araba e brasiliana e anche quella cosiddetta «colta». Ma non va dimenticato che Daniele è stato un grande punto di riferimento chitarristico, dotato di una grande tecnica e suono. A ottobre scorso, a otto anni dalla sua scomparsa, è stato pubblicato il libro Pino Daniele - Tutto quello che mi ha dato emozione viene alla luce (Rai Libri, pagg. 352, costo 19 euro), scritto dal suo secondogenito Alessandro Daniele, project manager e produttore musicale, docente al Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Milano e dirige la Fondazione Pino Daniele Ets. Il volume, i cui proventi saranno devoluti a sostengono del progetto «I suoni delle emozioni» per il contrasto alla povertà educativa e il disagio scolastico, sarà presentato dall’autore assieme a giornalista e critico musicale Ernesto Assante, domani alle 19.30 al Teatro Sociale di Fasano per rassegna «LibriAmo…tra le masserie!».

Daniele, in questo libro c’è l’artista e l’uomo Pino Daniele: riuscivano a convivere?

«È un po’ il leitmotiv del libro: l’equilibrio tra l’uomo e l’artista che ha sempre cerato. Il rapporto con sé stesso è stato il più difficile che ha avuto nella sua vita, ma in realtà non c’è una separazione tra le due figure, esiste un momento in cui nel libro riscopre sé stesso. I disagi di papà sono iniziati quando è scoppiata la popolarità e, quindi, la difficoltà nel fare coesistere queste due figure nel quotidiano. Lui arrivava dalla strada e ha vissuto in maniera semplice, quindi essere trattato come un “diverso” lo metteva in estrema difficoltà. Era in costante ricerca di equilibrio per fare le cose normali della vita, come andare a prendere un caffè al bar senza essere guardato come un alieno».

Nella prima parte del libro mette in evidenza testi di canzoni in cui è racchiuso il suo vissuto. Era un modo per raccontarsi?

«Era biografico quando scriveva sia i testi, che le musiche. Del resto nelle sue parole si coglie il luogo dov’è nato, Napoli, e il Mediterraneo. Anche ritmicamente diventava un metodo di lavoro: cercare di portare nella sua musica i suoni e le culture che ascoltava in giro per il mondo. Portava avanti l’aspetto della propria identità culturale e artistica, in una continua evoluzione».

Che rapporto aveva con il movimento “napoletanpower” e con i componenti del super gruppo che aveva costituito?

«Papà è nato artisticamente in un momento molto fertile per la musica napoletana e italiana, molti discografici investivano molto su queste novità. All’inizio qualcuno aveva intravisto il lui il nuovo Carosone, ma con napoletan power papà su considerato un po’ il porta bandiera di questo movimento. Rispetto agli screzi con i grandi musicisti che componevano il super gruppo, sicuramente ce ne sono stati, ma alla fine credo siano rientrati».

Da figlio e da esperto di musica, quale Pino preferiva?

«Mi piace molto ascoltare i provini di papà, anche se devo dire di essere molto fortunato a avendoli a diposizione. In quelle registrazioni c’è un Pino molto libero, comunque apprezzo tutte le fasi della sua discografia: da quella più di ricerca a quella un po’ più pop. La sua discografia è come un grande dipinto, con i suoi colori e sfumature che magari apprezzi anche nel tempo».

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