La rubrica «La Macchina del Tempo – Accadde oggi», curata su queste pagine dalla brava Annabella De Robertis, ha ricordato nei giorni scorsi i concerti che, a cura dell’Eiar, l’Ente italiano per le audizioni radiofoniche poi trasformatosi in Rai, si tennero al teatro Piccinni di Bari a partire dalla fine del 1943. Per l’occasione, l’Eiar aveva allestito una propria orchestra sinfonica che tenne concerti radiodiffusi affidati ad alcuni tra i principali musicisti pugliesi dell’epoca. Fra i tanti, ci piace ricordare la violinista di Martina Franca Gioconda De Vito, senza dubbio tra le «signore dell’archetto» del Novecento europeo.
Il motivo di questa vivacità culturale è presto detto. Com’è noto, Bari venne liberata dagli americani il 15 settembre del 1943 e più o meno contemporaneamente presero il via le trasmissioni dell’ex Eiar, ribattezzata dopo la Liberazione «Radio Italia Libera» e successivamente trasformatasi in Radio Bari, un’emittente che, tra le altre cose, svolse un ruolo fondamentale anche per la diffusione della musica jazz in Italia. In molti casi, appunto, le trasmissioni proponevano musica eseguita dal vivo, ora dalla grande orchestra di musica leggera diretta dall’indimenticato maestro altamurano Carlo Vitale (1912 – 1989), futuro animatore delle stagioni liriche baresi e salentine, ora invece da complessi di estrazione più squisitamente jazzistica come ad esempio quello guidato dall’indimenticabile pianista barese Bruno Giannini (1919 – 2001).
Nello stesso periodo, del resto, l’attività di intrattenimento a favore delle truppe americane era particolarmente intensa e andava ben oltre le semplici trasmissioni radiofoniche, comprendendo anche spettacoli con la partecipazione artisti statunitensi. È il caso di un ancora poco noto – da questa parte dell’Oceano - Frank Sinatra che, giunto in Italia ai primi del mese di giugno del 1945, tenne ben due concerti in Puglia, esibendosi prima in un hangar dell’aereoporto di Foggia, città che era stata pressoché rasa al suolo dai bombardamenti, quindi anche a Bari, al Petruzzelli. E sempre durante l’occupazione, giunsero a Bari anche le Andrews Sisters, Marlene Dietrich e formazioni di jazzisti statunitensi.
Una testimonianza preziosa della vivacità musicale pugliese durante il periodo dell’occupazione è stata tra l’altro offerta dall’attore di origini brindisine Giustino Durano (1923 – 2002) il quale, di rientro in licenza nella sua città natale, ebbe modo di notare che al Gran Caffè Savoia «si jazzava» e a suonare erano diversi musicisti locali. Successivamente Durano venne trasferito a Bari, dove gli americani, oltre ad aver requisito il Petruzzelli per tenervi gli spettacoli riservati alle truppe, avevano preso possesso anche del ristorante e dell’albergo Oriente. Fu lui, peraltro, a organizzare uno spettacolo per gli Alleati, che andò in scena al Gran Teatro Dopolavoro delle Forze Civili, presentando una band guidata da Bruno Giannini e completata da Santino Tedone al sax e clarinetto, Antonio De Serio al contrabbasso ed Enrico Cuomo alla batteria. Il concerto ebbe un tale successo che la formazione venne invitata ad esibirsi in diversi centri militari alleati, ma la cosa più singolare fu che gli americani decisero di trasformare i nomi dei musicisti, così da renderli più «pronunciabili» nella loro lingua; di conseguenza, Durano divenne Justin Duran e Tedone San Tedoni!
Giannini fu quindi tra i primi a suonare liberamente questa nuova musica sulle frequenze di Radio Bari. Fu anzi proprio a Radio Bari che debuttò a capo di un quintetto nel quale suonavano con lui Nicola Vendemia al contrabbasso, Enrico Cuomo alla batteria e i fratelli Principe di Monte Sant’Angelo, Peppino alla fisarmonica e Leonardo al clarinetto. In realtà però non fu la sua l’unica formazione di jazz a farsi apprezzare: c’era anche un sestetto guidato dal pianista Vincenzo Esposito (padre di Nico Esposito, ingegnere e anch’egli pianista) e poi c’era la grande orchestra del maestro Vitale. Quest’ultima, che eseguiva un repertorio prevalentemente leggero, contava all’incirca una quarantina di elementi «raccolti» in tutta la regione e fra questi c’erano anche i fratelli Principe, il contrabbassista molfettese Nico Lisena o il cantante veneto Enrico Nosek, un ex pilota dell’aviazione militare che aveva scelto di restare a Bari. In quegli anni quindi, in Puglia si suonò incredibilmente moltissima musica jazz e da quella scena vivace dovette presumibilmente trarre ispirazione anche il crooner di Squinzano Nicola Arigliano (1923-2010) che grazie a un concorso di Radio Bari trovò nel 1946 il trampolino di lancio per trasferirsi al Nord. Anche quanti non lo hanno mai ascoltato nella veste di balladeur dalla calda voce baritonale, lo ricordano probabilmente come «volto» di un carosello televisivo in cui pubblicizzava un digestivo «così comodo che si può prendere anche in tram»!